Romano La Russa e il braccio teso al funerale di Alberto Stabilini: «Non era un saluto fascista ma un rito militare»

Polemiche per il video virale sui social che immortala il neoassessore alla Sicurezza di Regione Lombardia

Romano La Russa e il braccio teso al funerale di Alberto Stabilini: «Non era un saluto fascista ma un rito militare»
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 16:40

Polemiche per la presenza di Romano La Russa, fratello di Ignazio da poco nominato assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, al funerale di Alberto Stabilini, dove lo storico esponente della destra, nonché suo cognato, è stato salutato con il 'presente' e il saluto romano. In un video, diventato virale sul web, si vede anche l'assessore alzare la mano. «Chiediamo all'assessore La Russa di dissociarsi pubblicamente» è la richiesta del capogruppo del Pd in Lombardia, Fabio Pizzul. «Si tratta - spiega Pizzul - di un rito di chiara matrice neofascista» e un «fatto molto grave, non degno di un'istituzione democratica come la Regione Lombardia» e, nel caso l'assessore non ne prendesse le distanze, «ci attendiamo che sia il presidente Fontana a censurare il gesto del suo assessore, senza costringerci a depositare in Consiglio una mozione di censura contro La Russa». «I cittadini sono stufi della politica delle baruffe, degli slogan e, come in questo caso, delle patetiche nostalgie fasciste» ha aggiunto il consigliere di Azione Niccolò Carretta. A chiedere l'intervento di Giorgia Meloni è invece il capogruppo del Movimento 5 Stelle Nicola Di Marco che parla di un gesto «inaccettabile». «Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia - ha concluso - hanno il dovere di intervenire immediatamente, dal momento che La Russa oggi rappresenta la Giunta regionale e di conseguenza la Lombardia».

Romano La Russa: «È un rito militare»

«Chi vuol confondere il rito del presente con il saluto fascista è ignorante, nel senso che ignora una tradizione militare che vige da secoli»: Romano La Russa, neoassessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, risponde in questo modo all'ANSA alle critiche per il braccio alzato al funerale di Alberto Stabilini, storico esponente della destra (e suo cognato). «Si è trattato di un funerale - ha spiegato l'esponente di Fratelli d'Italia - Alberto prima di morire aveva chiesto di passare davanti alla sua vecchia sede» cioè quella della Giovane Italia, l'associazione studentesca legata all'MSI, e «di fare il presente».

Anche «quando si giura fedeltà alla Repubblica italiana da militare, il giuramento contempla il 'giurò con il saluto a braccio teso. E sono tutti fascisti? No. E lo stesso - aggiunge - è il rito del presente». «Il defunto era un militare di vecchia data, un amico fraterno, oltre che mio cognato. Eravamo tutti vecchi amici, eravamo 15 vecchi rincoglioniti che salutavano un amico che se n'è andato» sottolinea, chiedendo poi provocatoriamente perché non c'è la stessa indignazione quando «legittimamente a manifestazioni o funerali c'è chi saluta a pugno chiuso» soprattutto considerando che «il fascismo è morto e sepolto: il comunismo c'è». Certo «se Giorgia Meloni mi chiede di fare un passo di lato o indietro non deve neanche finire la frase ma io - conclude - non mi devo dissociare da nulla perché non ho fatto nulla di illegale. Ho rispettato l'ultimo desiderio di un defunto».

FdI: «La Russa ha invitato a non fare il saluto romano»

Era stato chiesto in vita dal defunto Alberto Stabilini, di cui Romano La Russa era cognato e amico da sempre, l'estremo saluto immortalato in un video che sta diventando virale sul web. Lo precisa Fratelli d'Italia Milano, sostenendo in una nota che «dal video emerge che Romano ha invitato tutti a non fare il saluto romano». «Emerge con chiarezza che il movimento del braccio di Romano non ha nulla a che fare col saluto fascista, ma al contrario testimonia il suo invito ai presenti ad astenersi dal saluto - sostiene Fratelli d'Italia Milano -. Basta verificare il movimento del suo braccio, peraltro assente durante le chiamate consecutive che comunque la Cassazione ha sancito non essere reato se effettuato in un funerale».

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