Minacce al ministro Speranza: quattro persone indagate. Gli scrivevano e-mail di intimidazione e contro le restrizioni anti Covid

Minacce al ministro Speranza: quattro persone indagate. Gli scrivevano e-mail per protestare contro le restrizioni anti Covid
2 Minuti di Lettura
Venerdì 2 Aprile 2021, 09:43

Minacce, ripetute, per tre mesi e via mail al ministro della Salute Roberto Speranza. Lettere rabbiose contenenti minacce di morte, parole di protesta aggressive contro le misure restrittive anti Covid ma comunque sempre minacce, e quindi una forma di aggressione. Hanno indagato sul caso i carabinieri del Nas nelle province di Torino, Cagliari, Varese ed Enna, e hanno dato esecuzione a 4 decreti di perquisizione nei confronti di altrettanti cittadini italiani ritenuti responsabili di aver inviato, tra ottobre 2020 e gennaio 2021, queste numerose e-mail dal contenuto gravemente minaccioso rivolte al Ministro della Salute Speranza. I quattro sono tutti indagati per minaccia aggravata.

Gli indagati sono quattro italiani, di età compresa tra i 35 e i 55 anni, residenti nel torinese, cagliaritano, varesotto ed ennese, alcuni con precedenti di polizia analoghi al reato ora contestato, celati dietro indirizzi e-mail gestiti da server ubicati in Paesi extra-europei. Di estrema gravità le minacce che gli indagati hanno formulato e tutte connesse con le misure e le restrizioni governative adottate in relazione all'emergenza pandemica da Covid: nei messaggi venivano prospettate ritorsioni e azioni violente nei confronti del Ministro e dei suoi familiari, contenenti anche minacce di morte. Nel corso delle perquisizioni, condotte con il supporto dei Carabinieri dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità e dei reparti dell'Arma territorialmente competenti, sono stati sequestrati i dispositivi elettronici in uso agli indagati, sui quali verranno avviati i relativi approfondimenti e accertamenti tecnici volti anche a rilevare eventuali collegamenti con altre persone o gruppi.

Zona rossa in Sardegna: 13 comuni in lockdown

Scuole, due giorni di caos. I virologi: «Danno certo, riaprire così un errore»

© RIPRODUZIONE RISERVATA