Spiraglio di luce per il varo del decreto Ristori 5. Sono da considerarsi 'disbrigo di affari correnti' anche tutti «gli atti urgenti - ivi compresi atti legislativi regolamentari ed amministrativi - necessari per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da Covid 19 e ogni relativa conseguenza». È quanto prevede la direttiva della Presidenza del Consiglio inviata ai ministri, vice ministri e sottosegretari di Stato nella quale vengono tratteggiati i limiti dell'azione del governo. Il testo sembra così aprire anche alla possibilità che il governo nel disbrigo degli affari correnti possa varare il decreto Ristori 5 per aiutare le categorie in difficoltà economiche per la pandemia.
La direttiva - che l'agenzia Ansa ha potuto visionare - è firmata dal premier Giuseppe Conte e ricorda agli altri membri del governo la necessità di attenersi alle indicazioni fornite dopo le dimissioni rassegnate dall'esecutivo.
Il governo, poi potrà essere convocato per l'approvazione di atti urgenti, leggi regionali e provinciali, nonché di delibere relative a procedimenti amministrativi con atti perentori «come, ad esempio, in materia di golden power», è scritto nella direttiva. Il consiglio dei ministri, viene spiegato, non esaminerà nuovi disegni di legge, salvo quelli imposti da obblighi internazionali e comunitari. Eventuali nomine e designazioni «potranno essere fatte solo se strettamente necessarie perché vincolate nei tempi da leggi o regolamenti, ovvero derivanti da esigenze funzionali non procrastinabili». Una norma questa che vale anche per le società partecipate, per le quali serve comunque l'assenso del presidente del Consiglio.
È prevista poi la partecipazioni alle riunioni internazionali già programmato a livello tecnico o preparatorie previste in sede Onu, Ue, Nato, Ocse, Osce, Ince, Consiglio Europeo, G7 e G20. Infine dovrà essere assicurata la partecipazione di rappresentanti del governo ai lavori di aula e commissioni parlamentari per la conversione di decreti legge e quando questa viene richiesta dalle Camere.
Un Consiglio dei ministri nel weekend per dare il disco verde al decreto che proroga lo stop all'invio delle cartelle fiscali - in scadenza il 31 gennaio - poi, a inizio settimana prossima, un altro Cdm per varare il dl Ristori 5. La crisi di governo non ferma i due provvedimenti che il governo Conte ha in canna, due tasselli ritenuti fondamentali per arginare l'emergenza Covid e i contraccolpi sul tessuto economico e sociale del paese. Fonti di governo assicurano all'Adnkronos che la tabella di marcia, su questi due provvedimenti, non subirà alcuna variazione: «sono considerati affari urgenti, quindi anche un governo dimissionario è tenuto a vararli, anzi, sarebbe grave se non lo facesse».
Altra ipotesi planata sul tavolo del governo, in queste ore, è unire i due provvedimenti in un unico decreto - ristori più proroga cartelle - da approvare direttamente la settimana prossima. «Il 14 gennaio abbiamo approvato un ulteriore scostamento di bilancio di ben 32 miliardi - dice un ministro di peso - sono soldi che dobbiamo distribuire senza perdere tempo, tanto più che la crisi morde e la gente li aspetta». Al momento, dunque, la sola certezza è che non ci sarà nessun congelamento. E non è una certezza di poco conto.