La riforma salva-sindaci: responsabilità penale soltanto in caso di dolo

Partito in commissione al Senato l'esame del ddl di Pd, Carroccio e M5S

La riforma salva-sindaci: responsabilità penale soltanto in caso di dolo
di Barbara Acquaviti
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Lunedì 25 Ottobre 2021, 06:29 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 11:43

Uno dei casi più clamorosi è stato quello della sindaca di Crema, indagata perché un bambino si era ferito alla mano nei cardini della porta anti-incendio dell'asilo comunale. Ma ce ne sono tanti altri. Per l'Anci è addirittura uno dei motivi che spiegano la crisi di vocazioni, la difficoltà a trovare gente che abbia voglia di candidarsi a fare il primo cittadino. Troppi rischi, dicono, di beccarsi per esempio un avviso di garanzia per inquinamento atmosferico o di dover pagare per le conseguenze della caduta di un masso sulla strada. Per non dire di quella che ormai viene chiamata la paura della firma.
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Ecco perché il Parlamento ha deciso di intervenire per limitare di fatto i confini della responsabilità penale dei sindaci. Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato hanno infatti avviato l'iter abbinato di tre proposte di legge. A seconda del testo, sono previste norme sull'abuso d'ufficio, sulla responsabilità amministrativo-contabile o su quella per omissione.

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A presentarle sono stati Andrea Ostellari della Lega, Dario Parrini del Pd e Vincenzo Santangelo del M5s, a dimostrazione dell'interesse trasversale che la questione suscita.
Il testo dell'esponente del Carroccio, presidente della commissione Giustizia, si concentra in particolare sull'abuso d'ufficio, prevedendo che venga eliminato il sindacato del giudice penale. Questo vuol dire che non avrebbe più l'obbligo di andare a verificare ogni singolo provvedimento, a meno che non si determino comportamenti che violino gli obblighi di astensione quando c'è in ballo un interesse proprio o quello di un famigliare. In pratica, si lascia il sindacato soltanto alla giustizia amministrativa, Tar e Consiglio di Stato. La norma, peraltro, non si rivolge solo ai sindaci ma a tutti i funzionari pubblici. «Ogni anno ci sono circa 7mila procedimenti aperti per abuso d'ufficio, la gran parte finisce nel nulla, putroppo però nel frattempo queste persone vengono indagate e finiscono per questo sui giornali. Noi vogliamo tutelare il principio di legalità ma riteniamo si debba liberare il Paese», spiega Ostellari.
Il ddl presentato da Parrini, presidente della commissione Affari costituzionali, invece interviene su due profili della responsabilità penale del sindaco: da una parte, sempre parlando di abuso d'ufficio, si prevede che il reato si verifica solo quando vengono violate specifiche regole relative a competenze espressamente attribuite al sindaco, dall'altra chiarisce che la responsabilità per omissione non si applica al primo cittadino per ogni evento che accade nel territorio comunale ma solo se viene provato il dolo o la colpa grave.

Si interviene poi anche sulla responsabilità amministrativo-contabile (e anche in questo caso il criterio principale è quello del dolo).

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«Fa parte di un pacchetto di proposte a tutela della dignità dei sindaci, che riguarda anche il problema degli emolumenti e della mancata copertura previdenziale di chi non può prendere l'aspettativa. Ovvero tre cose che hanno prodotto negli anni un fossato tra il riconscimento sociale del ruolo del sindaco e il trattaemnto normativo a lui riservato», spiega il senatore dem. Per Parrini «un sano riformismo si deve occupare di rimuovere questi elementi di ingiustizia», ed è per questo che sottolinea anche l'importanza di un altro provvedimento, a prima firma Zanda, per aumentare lo stipendio dei sindaci il cui iter è però più avanzato.
Il ddl a prima firma del pentastellato Santangelo, invece, interviene con una norma che lui stesso definisce «chirurgica» sulla responsabilità del sindaco quando esercita le funzioni di ufficiale del governo ovvero in ambiti di competenza statale stabilendo che in quel caso sia responsabile solo «per dolo o colpa grave per violazione dei doveri d'ufficio».
Il percorso è soltanto all'inizio, ora si procederà con un ciclo di audizioni, poi bisognerà tirare le somme e votare un testo base unificato che sarà il punto di partenza della discussione vera e propria. «Sono convinto che questo iter andrà avanti e lo dimostra il fatto stesso che ci siano tre proposte di legge di diversi partiti evidentemente tutti convinti che sia necessario trovare una soluzione. Io auspico che ci sia la possibilità di trovare una condivisione», sottolinea Ostellari.
 

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