Giustizia, fiducia di notte. Tra i 5Stelle 13 assenti. Conte: «Ma noi leali»

Riforma giustizia, la Camera approva anche la seconda fiducia
di Alberto Gentili
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Lunedì 2 Agosto 2021, 23:19 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 11:18

Nella notte il governo di Mario Draghi ha incassato la doppia fiducia della Camera alla riforma del processo penale firmata da Marta Cartabia. Alla prima votazione, presente la Guardasigilli, i “sì” sono stati 462 e i no 55. Alla seconda, finita poco prima dell’una di notte, 458 “sì” e 46 “no”. Oggi è previsto il voto finale poi, dopo la pausa estiva, il provvedimento passerà all’esame del Senato.

Le fibrillazioni nel governo e tra i partiti di maggioranza, nonostante il premier stia per superare uno degli scogli più insidiosi e rischiosi rappresentato dalla riforma della giustizia, sono però destinate a continuare.

In queste ore comincia il semestre bianco: in caso di crisi il capo dello Stato Sergio Mattarella non potrebbe spedire senatori e deputati a casa, sciogliendo il Parlamento.

Gli occhi erano puntati ieri sui 5Stelle, dopo che domenica ben 40 deputati grillini (uno su quattro) avevano disertato il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Un chiaro segnale di quanto forte fosse nel MoVimento il mal di pancia per la riforma che cambia profondamente lo stop alla prescrizione introdotto dalla legge dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Ma la tirata d’orecchi impartita domenica da Giuseppe Conte ai deputati ha sortito gli effetti sperati: alla prima votazione sui due maxi-emendamenti, che hanno recepito le modifiche frutto della lunga e drammatica trattativa, i grillini assenti ingiustificati sono stati 13. Più sette in missione, con un 87% di votanti contro il 66% del giorno prima. Il segno che la rivolta è, almeno in parte, rientrata.

In mattinata a Bologna, Conte aveva avuto uno scambio di battute con la Cartabia a margine della cerimonia per ricordare la strage del 2 agosto 1980. «Ho seguito le tue dichiarazioni», aveva detto la Guardasigilli. «Oggi andrà tutto bene», aveva risposto il leader grillino. «Andiamo avanti così», la chiusa della Cartabia. Poi Conte aveva messo a verbale: «I parlamentari del M5s daranno il loro voto ed esprimeranno compattezza votando sì alla fiducia. Ci arriviamo con la coscienza pulita: abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare questi ultimi interventi in materia di giustizia, in un impianto che abbiamo costruito col ministro Bonafede. Crediamo di aver raggiunto e aggiunto dei significativi miglioramenti».

 

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IN RITIRATA

La promessa di lealtà alla Cartabia, accompagnata dalle rivendicazioni per i «miglioramenti ottenuti», ha spinto alcuni ribelli grillini a rientrare nei ranghi. Il primo è stato l’ex ministro Riccardo Fraccaro che domenica aveva disertato il voto: «La battaglia dei 5stelle ha fatto sì che i necessari correttivi da noi fortemente voluti migliorassero il testo iniziale fino a renderlo una riforma per una giustizia rapida ed efficace senza i gravissimi rischi di impunità che presentava inizialmente. Abbiamo dimostrato che il M5S non è solo utile al Paese ma è fondamentale per evitare un ritorno al passato». Anche Giulia Sarta si è allineata, pur già lanciando avvertimenti sul decreti delegati che accompagneranno la riforma: «Grazie all’impegno del MoVimento si sono potuti evitare problemi immensi che avrebbero cancellato processi in appello e in Cassazione. La battaglia non è però finita perché incideremo anche sui decreti delegati del governo che dovranno passare dalle commissioni giustizia di Camera e Senato».

Però sul web si è abbattuta contro Conte quella che viene chiamata “shitstorm”: una valanga di critiche e di insulti. Per l’intera giornata l’hashtag #ConteServoDelSistema ha scalato la classifica degli argomenti più twittati. L’ex premier è stato accusato «di essersi venduto al sistema». Lo stesso - è la tesi - contro cui il Movimento delle origini ha sempre lottato. Si tratterebbe di una rivolta organizzata, secondo fonti del M5s, dietro la quale potrebbe nascondersi la regia della Lega o di chi ha interesse a screditare la svolta moderata guidata da Conte. Non è un caso che i tweet, a metà pomeriggio già 40 mila, cominciassero con la stessa espressione: «Con-te mai». 

ROSATO SEDA LA PROTESTA

La seduta e le dichiarazioni di voto, prima della doppia votazione sulla fiducia, sono state rese incandescenti dai deputati de “L’Alternativa c’è”. Gli ex grillini hanno esposto in Aula cartelli con su scritto tra le altre cose «Impunità di gregge» e «Cartabianca per i ladri». Ettore Rosato, presidente di turno, ha fatto requisire immediatamente i cartelli dai commessi. 

 

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