Nuovi arrivi in Italia viva. Dopo l'ingresso tra le file renziane del senatore dem Enrico Borghi (e dell'ex capogruppo a Palazzo Madama Andrea Marcucci), stavolta il partito dell'ex Rottamatore "pesca" tra i compagni di viaggio di Azione. La deputata bolognese Naike Gruppioni, appartenente al partito di Carlo Calenda, e la consigliera regionale emiliana Giulia Pigoni (eletta nella lista civica di Stefano Bonaccini) entrano ufficialmente a far parte di Iv. Ad annunciarlo è lo stesso Renzi, in una conferenza stampa convocata all'hotel Bernini di piazza Barberini, a Roma.
Il botta e risposta con Calenda
«Noi - sorride l'ex premier - offriamo una casa a chi non vuole arrendersi al melonismo e allo schleinismo, per non parlare del "giuseppe contismo"… C'è uno spazio politico per chi non è sovranista o populista, lo spazio c'è per le europee».
Ma l'annuncio rappresenta per Renzi l'occasione di fare il punto su amministrative, Rai e riforme. E anche su alcuni recenti articoli di stampa riguardanti la famiglia di Giorgia Meloni: «Quando è toccato a me, il dibattito se fosse giusto o no pubblicare di tutto sui familiari di un esponente delle istituzioni non si è mai aperto. Dopodiché - aggiunge Renzi - è stata squartata la vita della mia famiglia…Secondo me c'è un limite da non superare, poi tocca a voi libera stampa qual è il limite. Se si fanno le pulci, le si fanno a tutti. Ma ricordatevi che queste vicende segnano la vita delle famiglie».
«Nessuna censura in Rai»
E se sulle amministrative l'ex premier non dà indicazioni su come si comporterà Italia viva ai ballottaggi («decideranno i dirigenti a livello locale», afferma, pur lasciando intendere che in Toscana, a Pisa e Siena, Iv potrebbe schierarsi nel campo del centrosinistra), per quanto riguarda la Rai Renzi è netto: «Meloni avrebbe fatto meglio a lasciar proseguire l'ad Carlo Fuortes, ma era suo diritto nominare nuovi vertici». Nessun «golpe», insomma: «Fazio va via non per censura , ma perché va a prendere un altro bel contratto … non c'è altro, tutto qui. Raccontare che è andato via perché è stata messa una censura, no, non è così. Non raccontiamo che non c'è democrazia, che siamo in regime».
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