Renzi, l'erede investito del post-Berlusconi: cosa cambia nell'alleanza con Calenda (e il nodo dei voti di Forza Italia)

Matteo piace ai parlamentari di FI e anche agli elettori. Ma sulla strada che porta il leader di Italia Viva verso i consensi di FI si trova appunto il macigno chiamato Calenda. I due stanno insieme ma anche no

Renzi, l'erede investito del post-Berlusconi: così cambia l'alleanza con Calenda (e il nodo voti di FI)
di Mario Ajello
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Sabato 8 Aprile 2023, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 11 Aprile, 16:30

Silvio Berlusconi ha grande considerazione di Matteo Renzi di chi dice: “Se fosse meno di sinistra mi pacerebbe ancora di più”. Con Carlo Calenda invece il rapporto del Cavaliere è freddo e di distanza e le ultime dichiarazioni del leader di Azione sulle sorti del Cavaliere e della sua creatura politica (molto negative) stanno creando scompiglio. Anche nel terzo polo dove i renziani le giudicano irrispettose verso Silvio. Il problema è questo: le difficoltà di Forza Italia non aiutano l’arrivo unico tra Renzi e Calenda.  Il primo vuole sentirsi libero di dialogare con il mondo berlusconiano. Il secondo è assai più freddo in proposito. E non marcia a tappe forzate, anche se nessuno dei due smonta il progetto, l’unione calendian-renziana.

Renzi si muove già da erede investito del post berlusconismo: piace ai parlamentari di FI e anche agli elettori. Ma sulla strada che porta il leader di Italia Viva verso i consensi di FI si trova appunto il macigno chiamato Calenda. I due stanno insieme ma anche no. Di fatto Renzi non prevede lo scioglimento di Italia viva pur volendo almeno a parole la convergenza con Azione. 
I problemi sono anche di tipo economico.  

Forza Italia con il fiato sospeso, azzurri disorientati nei giorni senza Berlusconi

Il partito, di cui  Renzi è stato eletto anche presidente (e quindi plenipotenziario) nel dicembre scorso, nel 2022 ha incassato quasi un milione grazie al 2 per mille. «Perché rinunciare al nostro contenitore?», è l’interrogativo che si è posto più di un renziano, dubbioso sul fatto di dover condividere il salvadanaio con quello di Calenda, che, alla medesima voce, ha raccolto 1,2 milioni.

La situazione, insomma, era già critica di per sé. Tanto che più di un parlamentare, di entrambi i fronti, aveva iniziato a nutrire forti dubbi sul fatto che a giugno si riuniranno davvero le assemblee per sciogliere Azione e Iv in un unico partito. Ma ad accelerare la crisi tra «Carlo» e «Matteo» è poi arrivata la malattia di Berlusconi.

E anche, per Renzi, la direzione del Riformista che ha colto di sorpresa Calenda. 

 Di certo, seppur apparentemente in silenzio, l’ex premier ha avviato un’altra delle sue operazioni «alla Renzi», per rimanere al centro della scena. Prima ha ripetuto come un mantra: «Il leader è Calenda, io starò un passo indietro». Nel frattempo ha proseguito la sua attività di conferenziere in giro per il mondo. 

La nuova vita di Renzi (dalla pausa al Riformista)


Poi ha fatto sapere che si sarebbe «inabissato» per qualche tempo, prendendosi una pausa dalle tv. Pretattica, prima del colpo a effetto: «Sarò il nuovo direttore del Riformista». 

Dunque molto movimento di Renzi ma è come se già si vivesse fa single e non pezzo di un tandem con Calenda. Attaccato da un renziano super doc come Roberto Giachetti: “Le parole di Carlo Calenda su Berlusconi sono davvero pessime. Capisco l’indignazione del forzista Barelli”. Calenda aveva detto: «Penso che sia la chiusura di fatto della seconda Repubblica, perché la seconda Repubblica è Berlusconi, nel bene e nel male». Parole brutte alle orecchie di Renzi che ha in Berlusconi e nei berlusconiani sinceri fan. E tutto ai sta facendo complicato e caotico nell’area di centro. Dove oltretutto Berlusconi è ancora attivo.

 

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