Matteo Renzi minacciato durante il comizio di Giuseppe Conte: «Sparategli». Il leader grillino non si dissocia ed esplode la polemica

Matteo Renzi minacciato durante il comizio di Giuseppe Conte: «Sparategli». Il leader grillino non si dissocia ed esplode la polemica
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Giovedì 16 Settembre 2021, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 18:29

Stavolta lo scontro mai nascosto tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte ha passato il segno. E lo ha fatto per mano dell'universo grillino, senza che l'avvocato ne prendesse le distanze. Sta esplodendo infatti il caso delle minacce al leader di Italia Viva da parte di alcuni attivisti cinquestelle presenti a Montevarchi ieri, mercoledì 15 settembre. Dalla piazza del comune toscano, mentre Conte era alle prese con una sorta di intervista con il giornalista Andrea Scanzi, sono piovuti non solo diversi inviti decisamente poco carini a Renzi quanto soprattutto minacce vere e proprie, con qualcuno che ha addirittura proposto di "sparare" all'ex segretario del Partito Democratico. 

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LE MINACCE


Il tutto a pochissimi metri dall'avvocato, come documento alcuni video rimbalzati sui social network, che però - anche se difficilmente non avrebbe potuto sentire - non si è dissociato dalle parole degli attivisti del suo Movimento.

Una mancata presa di posizione che ha quindi scatenato l'ira di diversi esponenti di Italia Viva. «Conte tace e non condanna le minacce - tuona su Facebook Teresa Bellanova - E che dicono Rai e La7 che invitano Scanzi come opinionista indipendente? Che scandalo!». Un coro di proteste a cui si è unito anche Giuseppe Luigi Cucca, vice-presidente di Italia Viva al Senato: «Nel corso un’intervista al leader del M5S Giuseppe Conte, condotta da Andrea Scanzi, il pubblico ha rivolto minacce quali ‘sparategli’ nei confronti di Matteo Renzi, con la complicità del giornalista e del, per fortuna, ex avvocato del popolo. Se questa è la cura delle parole di cui parlava Conte, è evidente che si rivela per quello che è: un mentitore seriale. La verità è che il volto moderato di Conte è solo una facciata, il M5S si è nutrito e si nutre di violenza da sempre. Cambia la faccia ma non la sostanza».

LE REAZIONI


Sull'episodio, per un altro aspetto, si sofferma anche Michele Anzaldi: «È normale - domanda infatti il deputato Iv - che il giornalista del 'Fatto quotidiano' Andrea Scanzi, che ieri ha partecipato al comizio elettorale di Conte a sostegno del candidato a sindaco M5s a Montevarchi in Toscana, tenga i suoi spettacoli di propaganda politica, a pochi giorni dalle elezioni, in luoghi come il Teatro romano di Ostia Antica a Roma o la ex Base Nato di Bagnoli a Napoli?». «E' opportuno - prosegue - che luoghi pubblici a Roma e Napoli, dove si votera' il 3 e 4 ottobre, vengano messi a disposizione dello spettacolo di evidente carattere politico di Scanzi, che dietro la presunta satira propone - avverte - due ore di attacchi e insulti ad alcuni leader di partito?. Possibile che le autorita' di controllo, l'Agcom, l'Ordine dei Giornalisti, ma anche gli stessi enti proprietari delle aree pubbliche messe a disposizione dei comizi di Scanzi, non abbiano nulla da dire?». Al contrario della presa di posizione di Conte non si è fatto attendere il sostegno da parte delle altre forze politiche. «A me pare ovvio che se le persone che vengono ad ascoltarti in campagna elettorale insultano e minacciano un leader di una forza che non è la tua come minimo prendi le distanze e ti scusi con chi viene insultato e minacciato. A casa mia si fa così. Solidale con Matteo Renzi» ha twittato ad esemio il deputato del Pd Filippo Sensi. Ma al coro si sono iscritti anche il dem Andrea Marcucci. 

LA REPLICA DI RENZI
Ed è arrivata subito anche la replica di Matteo Renzi«'Fatelo fuorì, 'sparateglì. Queste le urla dei 5stelle quando Conte mi accusa di sostituito con Draghi con solo il 2%. Spero che un giorno i 5Stelle capiranno che le regole della democrazia non sono i sondaggi». Lo scrive su Twitter il leader di Iv. «Temo che le regole della civiltà e del rispetto per gli avversari invece non le capiranno mai. Sono nati con il Vaffa, insistono con le di morte: i Cinque Stelle cambiano alleati in Parlamento ma sono sempre gli stessi - prosegue l'ex premier -. In casi come questo ciò che colpisce non sono le urla di pochi ma i silenzi dei tanti. Possono minacciare di farmi tutto, anche di spararmi: io continuo a lottare per le nostre idee a testa alta e senza paura».

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