Renzi punta sulla lista Renew per le Europee: «Voglio far saltare il disegno di Meloni»

Dal congresso di Italia viva a Napoli, l'ex premier lancia messaggi a Schlein («Quando avrai preso alle prossime elezioni il 41%, ne riparliamo») e Calenda: «Alle elezioni servono i voti non i veti»

Per le prossime europee, Renzi sulla lista Renew: «Voglio far saltare il disegno di Meloni»
di Luca Pulejo
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Sabato 10 Giugno 2023, 17:27

Il leader di Italia viva, Matteo, Renzi, sceglie la Stazione marittima di Napoli per riunire il suo partito a un anno esatto dalle prossime europee del 2024. Un piano ambizioso, quello dell'ex premier: «Voglio far saltare il disegno di Meloni in Europa», cioè consegnare la guida di Bruxelles a un'alleanza tra popolari e sovranisti. Da qui, l'impegno per la lista Renew: «È un atto di intelligenza politica per evitare lo slittamento a destra dell'Europa», che dovrà vedere il coinvolgimento di Carlo Calenda «perché alle elezioni servono i voti non i veti». 

Il messaggio alle opposizioni...

Gran parte dello spazio, però, è dedicato ai temi di casa nostra. A cominciare dal ruolo delle opposizioni: «Non si manderà a casa il governo Meloni evocando il dramma dei controlli della Corte dei Conti o il grande problema del martirio di Fabio Fazio», attacca Renzi. «Non si manderà a casa Meloni, si stupiranno gli amici del nuovo Pd, chiedendo la patrimoniale o insistendo sul reddito di cittadinanza. Si manderà a casa questo Governo costruendo un'alternativa riformista, senza aggredirli ma incalzandoli». E per questo, l'ex premier rifiuta la narrazione che ruota attorno a pericolose derive: «Questo non è un governo autoritario, quello di Giorgia Meloni è un governo velleitario. Non è un governo fascista, è un governo indeciso in tutto».

L'obiettivo, sottolinea Renzi, è quello di ritagliarsi uno spazio al centro: «C'è una doppia opzione, la destra di Meloni e dei suoi alleati, un'opzione sovranista, e dall'altro questa nuova vecchia opzione populista che assume da un lato i contorni e i confini del M5S con Giuseppe Conte e, alla luce di un risultato sorprendente delle primarie del Pd, il nuovo Pd guidato da Elly Schlein». Una battaglia, quella per lo spazio politico, che passa anche dal lessico: «Abbiamo il dovere di strappare le parole "sicurezza" e '"tasse" alla destra e le parole "lavoro" e "cultura" alla sinistra o, meglio, alle rispettive propagande».

...e quello per Schlein

Proprio alla segretaria del Pd, poi, è dedicato un passaggio molto diretto: «Cara Elly quando avrai preso alle prossime elezioni il 41% - portando al Parlamento Ue persone come la giovane Elly Schlein che altrimenti ci andava solo in gita scolastica - quando avrai vinto 6mila comuni su 8mila, quando avrai ottenuto la possibilità di governare un paese costruendo leggi che, possono piacere o non piacere, ma hanno segnato la storia del Paese, allora io sarò disponibile a venire in Tv, darti ragione e scegliere il tuo armocromista.

Fino a quel momento abbi rispetto».

Il partito unico

«Il fallimento del disegno del partito unico è stato un errore politico». Renzi ripercorre così le diatribe con Calenda degli ultimi mesi: «Ci siamo lasciati il 4 dicembre dicendo che avremmo fatto una federazione, poi è stato deciso di accelerare all'improvviso sul partito unico. Abbiamo detto va bene, perché che sia partito unico o federazione è indifferente rispetto all'obiettivo finale, che è quello di evitare lo slittamento a destra dell'Europa. Io non lo so se e come sarà possibile riprendere a livello nazionale questo cammino. Dico che non è questo il punto oggi in discussione, quello che dev'essere chiaro è che il nostro desiderio di andare tutti insieme alle elezioni europee è un desiderio che muove da considerazioni politiche». Insomma, per fermare i sovranisti chiedetegli tutto, tranne una cosa: «Quando mi viene detto di rinunciare alla Leopolda come spazio politico il passo indietro lo chiedono a voi, e non l'accetterò mai».


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