Regionali Umbria, diretta risultati. Tesei 57,4%, Bianconi 37,5%. Crollo M5S, Salvini: «Il governo ha i giorni contati»

Regionali Umbria, diretta risultati. Exit poll: Tesei 56-60 % Bianconi 35-39%. Salvini esulta
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Domenica 27 Ottobre 2019, 22:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 16:39

Donatella Tesei, candidata del centro destra, è ora anche formalmente la nuova presidente della Regione Umbria. È infatti terminato lo scrutinio nelle mille e 5 sezioni, con il ministero degli Interni che ha ufficializzato il risultato. Tesei ha ottenuto il 57,55% dei voti, Vincenzo Bianconi, candidato presidente per il patto civico Pd-M5s il 37,48%. Una vittoria quella del centro destra, quindi, con 20,07 punti di vantaggio. Una sconfitta netta, che assomiglia ad una disfatta.

È una batosta per l'alleanza M5S-Pd che si ripercuote anche sul Conte bis. Esulta Salvini«Impresa storica, il governo ha i giorni contati». Quanto alle singole forze politiche si registrano due dati: il crollo del M5S al 7,4% e l'exploit di FdI al 10,4, contro Fi al 5,47. La Lega è primo partito con il 36,9% (eguagliato il risultato delle Europee), il Pd si attesta al 22,4. L'affluenza è stata del 64,42%, di 8,99 punti superiore a quella registrata nel 2015. In provincia di Perugia l'affluenza è stata del 64,66% (56,31 nella precedente consultazione) e in quella di Terni del 63,72% (52,92%).

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Gli altri candidati: il civico Claudio Ricci, con il 2,64; Rossano Rubicondi (Partito Comunista) con l'1,01%, Emiliano Camuzzi (Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano) con lo 0,86%; Martina Carletti (Riconquistare l'Italia) 0,20%; Antonio Pappalardo (Gilet Arancioni) 0,13; Giuseppe Cirillo (Partito delle buone maniere) 0,1%;


LE LISTE
Ecco i dati definitivi (159 sezioni su 159)

TESEI DONATELLA
LEGA 21703 (27,92)
FRATELLI D'ITALIA 10191 (13,11)
FORZA ITALIA 4238 (5,45)
TESEI PRESIDENTE 3755 (4,83)
UMBRIA CIVICA 2006 (2,58)

BIANCONI VINCENZO
PARTITO DEMOCRATICO 18772 (24,15)
MOVIMENTO 5 STELLE 5239 (6,74)
BIANCONI PER L'UMBRIA 4578 (5,89)
EUROPA VERDE UMBRIA 1539 (1,98)
SINISTRA CIVICA VERDE 1539 (1,98)

RICCI CLAUDIO
RICCI PRESIDENTE 1578 2,03
ITALIA CIVICA 626 0,81
PROPOSTA UMBRIA 381 0,49

RUBICONDI ROSSANO
PARTITO COMUNISTA 677 0,87

CAMUZZI EMILIANO
PARTITO COMUNISTA ITALIANO 311 0,40
POTERE AL POPOLO 269 0,35

CARLETTI MARTINA
RICONQUISTARE L'ITALIA 137 0,18

PAPPALARDO ANTONIO
GILET ARANCIONI 135 0,17

CIRILLO GIUSEPPE
PARTITO DELLE BUONE MANIERE 65 0,08


«Ringrazio gli umbri che hanno dato una prova di grandissima maturità e di coraggio», dice Donatella Tesei appena appresi i risultati. «Non era per niente facile e scontato». Tesei parlato quindi di «necessità di cambiamento espressa dagli umbri». «Governare la regione non sarà facile», contionua indicando in lavoro ed economia le priorità. «Ci sarà una squadra sicuramente all'altezza di questo compito». «Da martedì iniziamo a lavorare per l'Umbria». Il candidato del centro sinistra Vincenzo Bianconi le ha telefonato «per congratularsi» per la vittoria.

«Le battaglie vanno combattute anche quando ci sono basse possibilità di vittoria. Pensavamo di vincere, ci è mancato un mese in più», sono state le poche parole di Bianconi.
 
 
«Con gioia, commozione e felicità ripenso a chi aspettava da 50 anni un cambio in regione - dice Matteo Salvini al fianco di Tesei. Sono dati incredibili, in alcuni seggi Donatella è sopra il 60 e la Lega sopra il 40. Sei mesi fa chi pensava di festeggiare una festa di democrazia come questa? Gli umbri hanno potuto votare a differenza che a livello nazionale. E' l'inizio di un percorso, non sarà facile. Ci sono il voto in Emilia, in Calabria, in Campania... Avete votato e scelto la libertà a nome di 60 milioni di italiani.
Perché per i signori Conte, Di Maio, Renzi e Zingaretti che sono momentaneamente e abusivamente occupanti del Governo nazionale i giorni sono contati»
. E poi attacca Conte: «Un premeir che dice che il voto degli umbtri conta poco o niente è un omino». In realtà il presidente del Consiglio ha sottolineato che le elezioni regionali «non sono un test nazionale».

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«Gli italiani si liberano in Umbria di una sinistra di potere ed affarista, con una vittoria schiacciante del centrodestra che ci consegna una una grande responsabilità nei confronti dei giovani, della famiglie, delle piccole e medie imprese. Bisognerà fare grandi cose e le faremo», esulta anche la leader di Fdi Giorgia Meloni. Gli italiani - dice tra l'altro Meloni - hanno detto chiaramente da che parte vogliono stare. Lega, Fdi ed FI superano il 50%, Fratelli d'Italia in Umbria è il terzo partito e mi auguro che questo trend si concretizzi anche su scala nazionale. Fossi in Conte rassegnerei subito le dimissioni...».

«Dall'Umbria dopo mezzo secolo una svolta storica: anche nelle tradizionali Regioni rosse il centro-destra unito rappresenta l'ampia maggioranza degli elettori. La nostra alleanza è il futuro dell'Italia e ha il diritto-dovere di governare il Paese», scrive su twitter Silvio Berlusconi, presidente di FI.

 
 

Sull'altro fronte, quello degli sconfitti, si prende atto del fallimento: «Il patto civico per l’Umbria lo abbiamo sempre considerato un laboratorio, ma l’esperimento non ha funzionato», è la constatazione del M5S dopo i risultati delle Regionali. «Il Movimento nella sua storia non aveva mai provato una strada simile. E questa esperienza testimonia che potremo davvero rappresentare la terza via solo guardando oltre i due poli contrapposti».

«La sconfitta è netta e conferma una tendenza negativa del centrosinistra consolidata in questi anni in molti grandi Comuni umbri che non si è riusciti a ribaltare - è il commento del segretario Pd Nicola Zingaretti -. Il risultato intorno a Bianconi conferma, malgrado scissioni e disimpegni, il consenso delle forze che hanno dato vita all'alleanza».

In Umbria ci hanno messo la faccia tutti i leader nazionali e, sul finale della campagna, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Per questo, ha detto tante volte Matteo Salvini, il voto in Umbria è un fatto che avrà ripercussioni nel governo. Non la pensano così dalle parti della maggioranza, dove, sia Conte che Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio hanno assicurato che le Regionali umbre non possono essere considerate come un test per l'esecutivo riguardando poco più di 700mila elettori. Difficile, tuttavia, che la batosta rimediata dai giallorossi non lasci traccia dalle parti di Pd e M5S.

Il Pd viene dallo scandalo Sanitopoli che, oltre a far cadere la poltrona dell'ex governatrice Catiuscia Marini, ha innescato una tempesta nei vertici della dirigenza locale. I Cinque Stelle vengono dalla cocente sconfitta delle Europee e, nelle Regioni, non hanno mai brillato per consenso, soprattutto in quelle centrali e settentrionali. A ciò si aggiunga che la svolta filo-Pd, al governo e soprattutto in Umbria, a più di un esponente pentastellato non è proprio piaciuta.

La cocente sconfitta mette nuovamente nel mirino Luigi Di Maio sebbene il capo politico sia sempre stato tra i più scettici sull'abbraccio con il Pd. Il malumore interno, tuttavia, è tutt'altro che sopito. La pattuglia degli ex ministri - da Barbara Lezzi a Giulia Grillo - continua ad attaccare i vertici e nel mirino è finita anche la piattaforma Rousseau.

La disfatta, soprattutto dalle parti del Movimento, sembra davvero poter spegnere sul nascere il progetto di una coalizione strutturale, con buona pace di chi, come Beppe Grillo, Giuseppe Conte e Roberto Fico, su quella coalizione ci sta scommettendo. E qualche effetto potrebbe vedersi anche sul lavoro della maggioranza sulla manovra, facendo crescere nervosismi e battaglie identitarie.

Lo tsunami leghista accenderà ulteriormente la battaglia messa in campo da Salvini. Il leader della Lega sogna una spallata alla maggioranza sull'onda della vittoria in Umbria anche se, difficilmente, la otterrà. Ad essere decisive, invece, potrebbero essere le Regionali previste a fine gennaio, in Calabria e Emilia-Romagna. Regionali in vista delle quali, non a caso, M5S e Pd hanno congelato il dialogo per il candidato unico aspettando il risultato di questa sera. C'è poi la partita interna al centrodestra. Scontato il primato della Lega. Resta da vedere se Fdi confermerà anche nella terra di San Francesco il sorpasso su FI. 

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