Regionali Umbria, l’analisi spietata di Renzi sulla disfatta Pd

Regionali Umbria, l’analisi spietata di Renzi sulla disfatta Pd
di Mario Ajello
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Lunedì 28 Ottobre 2019, 10:28
Matteo Renzi si è tenuto fuori dalla contesa in Umbria. Ha visto il suo ex partito, il Pd, finire malissimo e stamane lui e il suo nuovo partito, Italia Viva, così analizzano sul sito del movimento che cosa è successo nelle urne. Una stroncatura in piena regola della strategia del Pd.

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Punto primo: “La vittoria di Salvini era scritta, non era una sorpresa”. E poi gli altri punti: “2. È stata invece una sorpresa la decisione di Pd e Cinque Stelle di testare alleanza in una partita che era persa in partenza. Dilettanti allo sbaraglio. 3. Coinvolgere il governo con Conte. Tutto andava fatto tranne che rendere l’Umbria un fatto nazionale. Ma a Palazzo Chigi governano guardando i sondaggi e pensano che indice di fiducia equivalga a voti. Stessa cosa accaduta in passato con Gentiloni, Monti, Bonino. Perugia ha spiegato a Casalino che non è così. Il tocco magico di Conte, quello che le veline sussurravano ai giornali, non c’è”. E via con gli altri punti: 4. Teorizzare con Franceschini alleanza strategica pd cinque stelle proprio prima di una sconfitta. E fare la foto di Narni è stata una decisione allucinante. 5. Adesso Zingaretti dice ai giornali che è colpa di Renzi. Quando Renzi lascia la guida del Pd nel marzo 18 il Pd governa in 17 delle 21 regioni.

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Ma è colpa sempre di Renzi 6. Pensate a cosa sarebbe accaduto se non ci fosse stata scissione. Ma pensate a cosa sarebbe accaduto se fossimo andati a votare insieme Umbria e politiche: Salvini avrebbe asfaltato tutti. Aver fatto il governo ha salvato il Paese con buona pace degli strateghi moralisti che ci rinfacciano mancanza di coerenza 7. Ecco perché bisogna costruire pazientemente la strategia per il 2023. Aprendo da subito le porte a chi vuole entrare nei gruppi da forza Italia e dei cinque stelle. 8. Forse nel Pd inizieranno a riflettere su legge elettorale e alleanze. E qualche coraggioso inizierà a dire che non è sempre colpa di Renzi. 9. Italia Viva rilancia. A metà novembre si fa lo Statuto (probabilmente a Torino) e l’organigramma provvisorio. E si piantano i primi diecimila alberi tutto insieme alla stessa ora in cento città diverse (sarà un caos organizzativo ma un boom mediatico). 10. Italia Viva farà le liste a cominciare dal maggio 2020, poi decideremo come e dove”. L’analisi e spietata, la guerra tra Renzi e i dem si fa ancora più terribile.
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