Referendum, i peones grillini e l’incubo del taglio dei parlamentari

Referendum, i peones grillini e l’incubo del taglio dei parlamentari
di Mario Ajello
2 Minuti di Lettura
Lunedì 17 Agosto 2020, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 13:24

Terrore a 5 stelle. Gli onorevoli ex anti casta temono fortemente il taglio del numero dei parlamentari che il referendum voluto dal loro partito si accinge a decretare: che beffa!, che noia!, che tragedia! dover mollare il posto e probabilmente - tranne che per i fedelissimi di Di Maio e i protetti di Grillo - non vederlo più nella prossima legislatura. E speriamo che questa duri all’infinito, ecco la speranza degli ex anti casta. Gente come le varie ex ministre - esempio Barbara Lezzi e Giulia Grillo - finite nel cono d’ombra e furibonde con i vertici stellati per aver perduto la carica ministeriale senza risarcimenti a parte lo stanno da parlamentari temono a ragione di non venire ripresentate quando i posti da onorevole saranno di meno. Con pochi scranni da assicurare, e tanti aspiranti in prima linea, la sorte dei parlamentari di prima nomina è segnata: sono vittime predestinate. Anche perché salterà nei 5 stelle il divieto del terzo mandato e i big potranno ripresentarsi e dettare ancora il gioco.

Pd-M5S, per le regionali si tenta l'intesa nelle Marche e in Puglia. Ma i Cinquestelle rischiano la scissione

 

Le posizioni

Finora, ad avere il coraggio di venire allo scoperto affermando che bisogna votare no al referendum è stato solo il deputato Andrea Colletti: «È una riforma mal pensata e mal strutturata, che lede la rappresentatività parlamentare». Nelle ultime ore si è aggiunta la voce critica di Marco Rizzone, il parlamentare accusato di aver intascato il bonus Iva: «Si cavalca la rabbia per provare a riprendersi un po' di consenso con il referendum». Ma a votare «no» nel segreto dell'urna, nella ciurma parlamentare grillina, c'è da giurare che saranno molti, molti di più. E Vito Crimi, il capo politico grillino, conosce bene il pericolo della dissidenza interna e se finora la scissione sempre strisciante ancora non c’è stata, potrebbe materializzarsi proprio a causa del referendum del 20 settembre. Con questo grido anti Grillo-Di Maio-Crimi: non ci ricandidate voi, e allora ci ricandidiamo da soli. Che poi vengano eletti, però, è tutt’altro discorso.

© RIPRODUZIONE RISERVATA