Referendum giustizia, cosa e come si vota? I cinque quesiti spiegati

La proposta soggetta a referendum è approvata se vota almeno il 50% più 1 degli elettori e se viene raggiunta la maggioranza dei voti validi

Referendum giustizia, cosa e come si vota? I cinque quesiti spiegati
di Stefania Piras
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Mercoledì 8 Giugno 2022, 08:23 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 12:42

Referendum giustizia - Domenica 12 giugno si vota cinque referendum abrogativi sulla Giustizia promossi da Lega e Partito Radicale. Il Pd con il segretario Enrico Letta si è schierato per 5 NO ma lascia libertà di coscienza (e ci sono diversi esponenti dem che hanno dichiarato che voteranno SI). Campagna convinta per il NO a tutti i quesiti da parte del M5S. A favore del SÌ per tutti i quesiti si sono espressi Carlo Calenda e Matteo Renzi. Fratelli d'Italia ha fatto campagna per il SI a tre quesiti: separazione delle carriere dei magistrati, eliminazione delle firme per le candidature al Csm e il coinvolgimento degli avvocati nella valutazione dell’operato dei magistrati. La leader Giorgia Meloni ha espresso invece una posizione contraria (e quindi il NO) alla limitazione della custodia cautelare e all’abrogazione della legge Severino.

I quesiti sono 5, sono stati giudicati ammissibili a febbraio dalla Corte costituzionale e indetti dal presidente della Repubblica per decreto, il 6 aprile scorso. Si votano i referendum abrogativi anche nei comuni dove non ci sono le elezioni amministrative: sui referendum sono chiamati a esprimersi oltre 51 milioni di italiani. 

Risultato dei referendum 

Si vota solo domenica 12 giugno. I seggi saranno aperti dalle ore 7 alle ore 23 e lo scrutinio delle schede inizierà lunedì 13, dalle 14 in poi, dando precedenza allo spoglio dei risultati del referendum anche nei comuni dove si vota per le elezioni amministrative. 

Il referendum è valido se vota la maggioranza (50%+1) degli aventi diritto al voto (quorum) e se è raggiunta la maggioranza (50%+1) dei voti validamente espressi.

Questi sono referendum abrogativi (art. 75 della Costituzione). Significa che si vuole decidere se abrogare parzialmente o totalmente una legge. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini che hanno compiuto 18 anni.

Non è ammesso il referendum su leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali.

Quesiti: dalla separazione delle carriere alla limitazione delle misure cautelari

Quesito 1: abolizione della legge Severino SCHEDA ROSSA 🟥

Se si vota SI si è a favore dell'abrogazione completa del Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e di divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi.

La legge porta il nome del ministro della Giustizia dell'epoca (governo Monti, 2012) Paola Severino. È una legge che prevede il divieto di ricoprire incarichi di governo e l'ineleggibilità o incandidabilità a elezioni politiche o amministrative per chi viene condannato in via definitiva per corruzione o altri gravi reati (mafia, terrorismo, reati contro la pubblica amministrazione come peculato o concussione) e per delitti non colposi per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore a 4 anni. Prevede inoltre la sospensione e decadenza automatica di sindaci e amministratori locali anche in caso di sentenze non definitive. 

Chi fa campagna per il SI crede che la legge Severino incida negativamente sul diritto di elettorato passivo e che sia giusto che l'interdizione dei pubblici uffici non scatti in automatico ma sia una pena accessoria decisa dal giudice. I sostenitori del NO ritengono che non sia giusto abolire del tutto la legge perché in questo modo chi è condannato per reati di corruzione, criminalità organizzata e terrorismo potrà candidarsi. 

Quesito 2: limitazione delle misure cautelari SCHEDA ARANCIONE 🟧​

Se si vota SI si è a favore dell'abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale.

Le misure cautelari sono restrizioni di libertà che i giudici possono applicare a un indagato prima di una sentenza. Si va dalla custodia cautelare in carcere, ai domiciliari fino all' obbligo di firma e altre ancora come il divieto di avvicinamento. La misura cautelare scatta se ci sono dei presupposti specifici: il pericolo di fuga, il rischio di inquinamento delle prove o di reiterazione del reato (articolo 274 del codice di procedura penale). Si vota per abrogare la possibilità, anche per reati di minor gravità, di motivare la custodia cautelare con il pericolo di reiterazione del reato. 

I sostenitori del NO credono che non sia giusto limitare le misure cautelari perché verrebbe meno la protezione per le vittime per esempio nelle indagini sullo stalking che prevedono misure come il braccialetto elettronico o il divieto di avvicinamento. I sostenitori del SI vogliono invece limitare l’abuso della carcerazione preventiva.

Quesito 3: separazione delle carriere dei magistrati SCHEDA GIALLA 🟨​

Se si vota SI si è a favore della separazione delle funzioni dei magistrati. Abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati.

L'abrogazione proposta dal referendum coinvolge 5 leggi ed è il quesito più lungo fra tutti. Le carriere sono quella del pm che rappresenta l'accusa in un processo - funzione requirente -, e quella del giudice che invece emette la sentenza - funzione giudicante -. Oggi le due funzioni sono presenti all'interno dello stesso ordine giudiziario. Il quesito ha l'obiettivo di bloccare il passaggio da una funzione giudicante a una requirente e viceversa, come è invece possibile oggi ma con una serie di paletti: non si può essere pm e poi giudice nella stessa regione e non si può cambiare funzione più di 4 volte (la riforma Cartabia approvata alla Camera e ora al vaglio al Senato impone un solo e unico eventuale passaggio in tutta la vita professionale magistrato). 

I sostenitori del SI sono favorevoli a una netta separazione delle funzioni di giudici e pm per rendere effettiva la terzietà del giudice rispetto alle parti. I sostenitori del NO credono che separando le carriere i pm diventerebbero  una sorta di "avvocati di polizia". Mentre se hanno svolto anche la funzione giudicante la loro sensibilità risulta più equilibrata. «Un pubblico ministero è bene che abbia fatto il giudice perché deve valutare se la prova tiene o meno nel dibattimento. È fondamentale l'osmosi tra requirente e giudicante. Oltretutto c'è un processo riformatore che è già in uno stadio avanzato su questa materia e approderà in aula al Senato forse due giorni dopo l'appuntamento referendario», spiega Salvatore Casciaro, segretario dell'ANM. 

Quesito 4: valutazione sull'operato delle toghe SCHEDA GRIGIA ⬜​

Si vota per la partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari. Se si vota SI si abrogano le norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte. 

Si vota per abrogare le norme riguardanti le competenze di giuristi o avvocati (membri laici) in seno ai Consigli giudiziari. Il quesito ha l'obiettivo di coinvolgere gli avvocati, ma anche docenti universitari, nelle discussioni e nelle valutazioni in merito alla professionalità dei magistrati. Oggi su questo possono esprimersi  solamente i magistrati. Se si vota SI si apre alla possibilità che i membri laici votino le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e quelle dei Consigli giudiziari a livello territoriale (la riforma Cartabia apre alla presenza degli avvocati in queste votazioni). 

I sostenitori del SI dicono che oggi la valutazione sull'operato dei magistrati è svolta in modo troppo autoreferenziale: i magistrati giudicano i magistrati. Le ragioni del NO riguardano la possibilità - già esistente ma poco sfruttata - di intervenire nelle deliberazioni. 

Quesito 5: elezione dei componenti togati del Csm SCHEDA VERDE 🟩

Si vota per l'abrogazione delle norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura (CSM). 

Il quesito riguarda l'elezione dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura, l' organo di autogoverno dei magistrati. Oggi per candidarsi al Csm, un magistrato deve presentare una lista di almeno 25 firme di colleghi. Se si vota SI si è favorevoli ad abolire questa raccolta firme e tornerebbe in vigore la legge del 1958, secondo la quale qualunque magistrato può autonomamente e liberamente candidarsi. Il quesito ha l'obiettivo di scoraggiare le correnti, gli schieramenti che hanno un orientamento politico e che si riflettono anche nell'ANM (Associazione nazionale magistrati). 

Le ragioni del SI sostengono che sia giusto spezzare il correntismo all'interno della magistratura. Chi fa campagna per il NO dice invece che la questione è già affrontata e risolta all'interno della riforma Cartabia che è un intervento normativo più organico di un referendum e che 25 firme è un numero minimo per scongiurare candidature velleitarie. 

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