Reddito di cittadinanza, stretta sulle frodi: fino a 6 di carcere. Sussidio revocato al primo rifiuto di un contratto

A processo chi presenta documenti contraffatti per ottenere l’assegno

Reddito di cittadinanza, stretta sulle frodi: fino a 6 di carcere. Sussidio revocato al primo rifiuto di un contratto
di Andrea Bassi
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Sabato 15 Aprile 2023, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 17:34

Più che ottenerlo il nuovo Reddito, il difficile sarà mantenerlo. Soprattutto per chi non “riga dritto” e cade nella tentazione di accettare un lavoretto in nero mentre percepisce l’assegno. La lotta ai “furbetti” dell’assegno sarà dura. La prima stretta riguarderà i controlli. Saranno affidati al personale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, all’Inps e al Comando dei Carabinieri per la tutela del lavoro. L’Ispettorato, poi, potrà stipulare apposite convenzioni con la Guardia di finanza e avrà accesso a tutte le banche dati dell’Inps che contengono informazioni sui beneficiari del nuovo Reddito. 

Arrivano anche delle sanzioni penali specifiche per chi dichiara il falso per ottenere l’assegno.

Chiunque presenti documenti contraffatti o renda informazioni non veritiere per ottenere indebitamente il beneficio economico di «Garanzia per l’inclusione», sarà punito, spiega l’articolo 8 della bozza del decreto lavoro, con la reclusione da due a sei anni. Non solo. Chi non comunicherà all’Inps le variazioni del proprio reddito, del proprio patrimonio, anche se dovessero derivare da attività irregolari, sarà punito con la reclusione da uno a tre anni. Ed ancora. La condanna in via definitiva ad una pena non inferiore ad un anno di reclusione comporterà l’immediata decadenza dal beneficio e il percettore dell’assegno dovrà restituire quanto indebitamente percepito. Ma oltre alle sanzioni penali, le nuove norme sul sussidio prevedono una serie di obblighi a carico dei beneficiari che, se non rispettati, fanno cessare immediatamente l’erogazione dell’assegno. 

La prima causa di decadenza si ha quando un componente del nucleo familiare non si presenta presso i servizi sociali o presso il servizio per il lavoro. Le nuove norme prevedono che le persone “non occupabili” debbano sottoscrivere un patto di “attivazione digitale” e presentarsi ai servizi sociali entro 120 giorni. Chi invece è considerato “occupabile” deve recarsi entro 60 giorni in un Centro per l’impiego per la firma di un “patto di servizio personalizzato” per la ricerca di un lavoro. 

LE VIOLAZIONI
Se uno dei componenti del nucleo familiare diserta l’appuntamento, l’assegno verrà sospeso anche per tutti gli altri componenti. Lo stesso vale se i beneficiari del sussidio si rifiutano di sottoscrivere il patto. Altro motivo di decadenza immediata dall’assegno, è non partecipare alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione previste per il reinserimento lavorativo. A meno che, ovviamente, non ci sia un giustificato motivo. C’è poi il passaggio, fondamentale, della mancata accettazione di un’offerta di lavoro. Nella bozza viene totalmente superata la questione della “congruità” dell’offerta di cui si è a lungo dibattuto. 

LE CARATTERISTICHE
È previsto che l’assegno sia immediatamente revocato a chi non accetta, senza giustificato motivo, un’offerta di lavoro. Le caratteristiche che la proposta di occupazione deve avere sono previste dall’articolo 9 della bozza del decreto. Viene chiarito che il percettore del sussidio è tenuto ad accettare offerte di lavoro a tempo indeterminato o a termine, anche in somministrazione, di durata non inferiore ad un mese. Il lavoro offerto, a tempo pieno o a tempo parziale, deve essere non inferiore al 60 per cento dell’orario a tempo pieno. E, infine, la retribuzione proposta non deve essere inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi. 
Insomma, tutte le offerte di occupazione che rispettano questi requisiti sono ritenute “congrue” e non possono essere rifiutate dal percettore del sussidio, pena la revoca immediata del beneficio. Tra le altre cause di decadenza ci sono, poi, il mancato aggiornamento dell’Isee e della composizione del nucleo familiare. Oltre al caso in cui il titolare dell’assegno sia trovato nel corso di una ispezione a volgere un’attività lavorativa non comunicata preventivamente. I paletti, insomma, saranno decisamente più stringenti che in passato. 
 

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