Reddito di cittadinanza, Superbonus, Ucraina e rifiuti: Schlein-Meloni, scontro annunciato

Sulle armi a Kiev la neo segretaria non ha preso posizione. Il sospetto dell’asse col M5S

Reddito di cittadinanza, Superbonus, Ucraina e rifiuti: Schlein-Meloni, scontro annunciato
di Francesco Malfetano
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 21:57 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 13:48

L’incipit è già una dichiarazione di guerra: «Saremo un problema per il governo di Giorgia Meloni». Neanche il tempo di strappare il partito e un melograno ad Enrico Letta che Elly Schlein, giacca viola ed emozione evidente, ha subito messo in chiaro le cose. Per avvalorare la velleità dem di tornare sopra al 20 per cento dei consensi dopo le débacle Politiche e Regionali, la nuova segretaria ha infatti intenzione di attingere a piene mani non solo al legittimo ruolo dell’opposizione in Aula, quanto alla retorica della contrapposizione. Tanto con la destra, quanto con il governo e, personalmente, con la premier. «Mi aspetto un’opposizione durissima» ha detto ieri Giorgia Meloni, ma «la democrazia non è mai un problema».

I DOSSIER

Quello di Schlein del resto è anche un modo di definirsi meglio che preannuncia mesi bollenti per molti dossier. «Con Bonaccini avremmo saputo più o meno cosa aspettarci - spiega il capogruppo al Senato di FdI Lucio Malan -, con Schlein non ne abbiamo molto idea. Diciamo che c’è tanta curiosità». 
Il terreno però si annuncia già scivolosissimo, ad esempio sul fronte del sostegno all’Ucraina. Per tutta la campagna elettorale la 37enne si è tenuta in equilibrio tra la necessità di appoggiare ancora il popolo di Kiev e un sempre rivendicato pacifismo molto prossimo ai cinquestelle. Toni bivalenti che in nome della «linea politica chiara e comprensibile» annunciata ieri al Nazareno, dovranno però presto risolversi in un sostegno più o meno esplicito alle mozioni di maggioranza. Una mossa che - se il supporto dovesse arrivare - porrà la segretaria in continuità con Letta e le posizioni filo-atlantiche tenute fino ad oggi dall’Italia, evitando di “lasciare” a Meloni la vicinanza con gli Stati Uniti. Se invece dovesse mancare o tentennare - come in molti temono dopo averne ascoltato i comizi - la bussola finirebbe con il puntare più verso Mosca e Pechino, con un revival dell’asse giallo-rosso con il M5S.

Una scelta di campo che si riproporrà anche rispetto alla delicata questione termovalorizzatore di Roma. Il governo (come il sindaco dem Roberto Gualtieri) è favorevole, Schlein e il nuovo corso del Nazareno è impossibile dirlo. Con il consueto funambolismo elettorale, nelle scorse settimane la segretaria del Pd ha aggirato l’ostacolo dicendo di «non aver studiato il dossier».

L’orologio verso il Giubileo però corre veloce, e quindi ora bisognerà che la 37enne trovi il tempo di farlo. Se sulla necessità di ricorrere maggiormente all’energia pulita non si vedono nubi all’orizzonte, le posizioni espresse contro trivellazioni e nucleare - e marcatamente a favore dell’economia circolare - non fanno però ben sperare per una pax parlamentare. Anche per quanto riguarda lo stop Ue alla vendita di auto con motori termici dal 2035 del resto, la posizione schleiniana è dello stesso tipo. «Sono d’accordo con la misura - ha detto, ponendosi in contrapposizione soprattutto con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini -. Noi dobbiamo fare il nostro: basta autostrade».Senza dubbio invece, sarà scontro sulle riforme. Quella presidenzialista a cui Meloni tiene tanto (o meglio il già mediato semi-presidenzialismo alla francese proposto ai partiti da FdI come punto di partenza per una trattativa parlamentare), non vede per niente favorevole la segretaria dem. «Valuteremo» ha detto in un’intervista al Foglio di qualche giorno fa, ma «questa destra ha sempre propugnato un presidenzialismo cui siamo fortemente contrari, con in testa il modello dell’uomo o donna soli al comando, di un esecutivo ancora più slegato dal controllo parlamentare, facendo saltare i pesi e contrappesi saggiamente previsti dalla Costituzione». 

 

 

REDDITO E BONUS

Ma il gelo del Pd con il governo si estenderà rapidamente anche al Reddito di Cittadinanza o al Superbonus. Il sussidio e l’incentivo di matrice pentastellata per l’esecutivo vanno verso la dismissione, ma per Schlein sono considerati rispettivamente uno «strumento da difendere» e un bonus vittima «di una scelta scellerata». Frizioni evidenti si annunciano anche sul fronte fiscale. La Flat tax governativa è considerata una «promessa avvelenata» dalla dem, che - si legge nella sua mozione - vorrebbe sostituirla spostando «il carico fiscale dal lavoro e dall’impresa alle rendite e alle emissioni climalteranti». 
Lo scontro con il governo, in pratica, sarà a trecentosessanta gradi. La polarizzazione con Meloni però, rischia di essere un’arma a doppio taglio per Schlein. Niet costanti e stop al dialogo danno infatti alla premier un “nemico” ben definito attorno a cui compattare una coalizione che già oggi, dopo le Regionali, appare piuttosto solida. 

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