Recovery plan, Draghi avvisa i partiti: «In gioco il nostro futuro, no a interessi di parte»

Recovery plan, Draghi avvisa i partiti: «In gioco il nostro futuro, no a interessi di parte»
di Marco Conti
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Martedì 27 Aprile 2021, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 11:33

Nel preambolo e nelle conclusioni del discorso di Mario Draghi si coglie il senso del suo personale impegno politico, ma anche il richiamo ai partiti che sostengono il governo e si apprestano a dare oggi il via libera al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel quale c’è «il destino del Paese».

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La morale 

Oltre trecento pagine che i deputati hanno in mano mentre Mario Draghi le illustra invitando i parlamentari a non leggerle come un elenco di progetti, misure, investimenti e riforme, ma di vederci «le vite delle persone». «Nell’insieme dei programmi c’è il destino del Paese, la sua credibilità» e «sbaglieremmo tutti a pensare che il Pnrr sia solo un insieme di progetti». Ci sono «le attese di chi ha sofferto la pandemia, l’aspirazione delle famiglie, le giuste rivendicazioni di chi non ha un lavoro o di chi ha dovuto chiudere la propria attività». 
Nel passaggio più politico di un discorso prevalentemente tecnico, Draghi cita Alcide De Gasperi che nel ‘43, anno in cui la caduta del fascismo diede speranza alla ricostruzione, scriveva che «l’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune».

 

Sono importanti i progetti, i 248 miliardi che arriveranno (soprattutto) dall’Europa ma «sia chiaro che, nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite.

Soprattutto su quelle dei cittadini più deboli e sui nostri figli e nipoti. E forse non vi sarà più il tempo per porvi rimedio». Un’esortazione che il presidente del Consiglio riprende nelle conclusioni quando invita a riscoprire il senso del bene comune, dello spirito repubblicano, senza «campanili». «Sono certo che riusciremo ad attuare questo Piano. Sono certo - insiste Draghi - che l’onestà, l’intelligenza, il gusto del futuro prevarranno sulla corruzione, la stupidità, gli interessi costituiti».

Nel descrivere il contenuto del Pnrr, nel quale «c’è la misura di quello che sarà il ruolo dell’Italia», Draghi inizia dai danni causati dalla pandemia e ringrazia coloro che hanno contribuito alla sua stesura, compreso il governo che lo ha preceduto. Tre gli obiettivi principali del Piano che Draghi elenca cominciando con l’obiettivo di «riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica» che «ci ha colpito più dei nostri vicini europei». «Il Pil è caduto dell’8,9 per cento, l’occupazione è scesa del 2,8 per cento, ma il crollo delle ore lavorate è stato dell’11 per cento, il che dà la misura della gravità della crisi». Oltre al Pnrr da 191,5 miliardi e al Piano complementare da 30,6 miliardi «sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche».

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Poi l’elenco delle missioni con gli obiettivi del sostegno da dare al Mezzogiorno, ai giovani - per i quali prevede una legge apposita - e alle donne che più hanno subito gli effetti indotti della pandemia. Settanta miliardi per «la rivoluzione verde». Cinquanta per la digitalizzazione e la cultura, otto miliardi e mezzo per ammodernare la sanità, «settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno». Ed infine un po’ di orgoglio quando conclude dicendo che spetta «a noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani». Una scommessa che Draghi sa di non poter vincere da solo.
 

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