È scontro aperto tra Parlamento europeo e Consiglio sul negoziato per arrivare a un accordo sul bilancio Ue 2021-2027 e il piano Next Generation Eu (NGEU), di cui il Recovery Fund è il principale pilastro. Uno stop che fa aumentare il rischio di uno slittamento di tutto il pacchetto e su cui sempre più probabilmente il vertice europeo del 15 e 16 ottobre prossimi sarà chiamato a intervenire.
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La contesa
Al centro della contesa c'è la richiesta del Parlamento per aumentare gli stanziamenti previsti nella proposta di bilancio su ben 15 capitoli di spesa, tra cui i programmi per la digitalizzazione, il lavoro e il sociale.
A stretto giro la replica del portavoce del Pe, Jaume Duch: «Impossibile andare avanti in mancanza di una valida proposta da parte della presidenza tedesca». «Rifiutarsi di muoversi» rispetto alle posizioni iniziali, si legge in una nota diffusa in serata all'Europarlamento, «non è negoziare». Si potrà tornare a sedersi intorno al tavolo solo quando ci sarà, da parte del Consiglio, la reale volontà di trovare un accordo. La delegazione dei negoziatori del Pe ha sottolineato che poco dopo l'avvio del settimo round di trattative con Consiglio e Commissione ci si è resi conto »di non avere altra scelta se non quella di interrompere la riunione. Progressi sono stati fatti con concessioni da entrambe le parti - si legge ancora nella nota diffusa dai negoziatori del Pe - ma sulle questioni principali abbiamo già perso molto tempo senza fare progressi. Nessun compromesso sarà possibile finché il Consiglio continuerà a non prendere in considerazione l'aumento del tetto delle spese previste dal bilancio pluriennale e senza collocare i costi per Next generation al di fuori dei massimali del bilancio.