Recovery, salta il Cdm del pomeriggio. Renzi: «No a pieni poteri a Conte, così è rottura»

Recovery, salta il Cdm del pomeriggio. Renzi: «No a pieni poteri a Conte, così è rottura»
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Martedì 8 Dicembre 2020, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 18:58

Recovery fund, salta il Cdm convocato nel pomeriggio di oggi. E Matteo Renzi blocca il premier: «No a pieni poteri a Conte. Così è rottura». «Spero proprio di no, però temp di sì perché insistere su una misura che sostituisce il governo con una task force, che sostituisce la seduta del Parlamento con una diretta Facebook e addirittura pretende di sostituire i servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier significa una follia». Sul Dl relativo al Recovery plan Renzi ribadisce che «se le cose rimangono come sono, noi voteremo contro». Infine sulla mancata firma alla risoluzione di maggioranza sul Mes in Senato, Renzi ribatte di volere che ci siano «i soldi del Mes alla sanità».

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Recovery Fund, tensione maggioranza su cabina regia

Renzi: «No a pieni poteri a Conte»

«Insistere su una misura che sostituisce il governo con una Task force, la seduta del Parlamento con una diretta su Facebook e che addirittura pretende di sostituire i servizi segreti con una fondazione privata voluta dal premier significa una follia.

Noi abbiamo mandato Salvini per non dargli i pieni poteri, ma non è che li diamo a Conte». Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al Tg2.

«IV vuole avere soldi per la Sanità»

«No, io voglio che ci siano i soldi del Mes per la sanità, più soldi alla sanità sul Mes, meno soldi ai consulenti e agli amici degli amici». Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al Tg2, rispondendo alla domanda se Iv, non approvando la risoluzione di maggioranza, voglia dimostrare di essere indispensabile al Senato.

Renzi: «Noi contro torta per i consulenti romani»

«Molte cose non funzionano ma vogliamo dare una mano al governo, siamo pronti a fare la nostra parte, però non ci siederemo mai a un tavolo nel quale la torta da duecento miliardi è pensata per i consulenti romani e non per i cittadini italiani». Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, al Tg2.

Rinviato il Cdm previsto nel pomeriggio

 

Il Consiglio dei ministri previsto per questo pomeriggio per continuare l'esame del Recovery Plan e della task force sull'attuazione dei progetti, è stato rinviato. È quanto si apprende da fonti di governo.

Protestano associazioni donne. “La governance dei fondi di Next Generation Eu va gestita in modo paritario, sia nella composizione dei comitati sia nella scelta dei progetti e nella destinazione del denaro. A quanto apprendiamo dai giornali, invece, sarà affidata al Comitato interministeriale degli affari europei composto dai ministri: 8 donne e 14 uomini”.

E' il contenuto di una lettera indirizzata al lettera al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, alle Ministre e ai Ministri a firma di oltre 20 tra associazioni di donne, organizzazioni e sigle sindacali che raccolgono migliaia di aderenti fra manager, imprenditrici, donne politiche, docenti di ogni ordine e grado, scienziate, artiste, giornaliste, banchiere in rappresentanza di Assist Ass. Naz. Atlete, Base Italia, Campagna Donne per la salvezza – Half of it, Community Donne 4.0, Coordinamento Donne CISL, Dalla stessa parte, DateciVoce, Donne Banca d’Italia, Differenza Donna Ong, Fuori Quota, GammaDonna, Il Giusto Mezzo, Le Contemporanee, M&M - Idee per un Paese migliore, One Billion Rising Italia, Rebel Network, Rete per la parita’, Se non ora quando- Libere, Se non ora quando – Torino, Soroptimist International Italia, CGIL - Politiche di Genere, UIL.

“Il piano di attuazione e la vigilanza politica dovrebbero invece essere assegnati a un comitato esecutivo formato dal Presidente del Consiglio e da due ministri ‘di spesa’: Economia e Sviluppo economico. Tre uomini. Dovreste promuovere l’uguaglianza e la parità come vi chiede l’Europa e non prevedete competenze femminili nella cabina di regia?”. 

Le associazioni ricordano al Governo la vicenda della composizione del Comitato Colao durante la prima ondata, quando fu necessaria una protesta pubblica perché fossero tardivamente incluse “eccellenti competenze femminili” che  definirono la parità fra i sessi “un asse a se stante, una questione fondamentale per la ripresa del Paese”, e invitano a non cadere nello stesso errore. 

La lettera contesta anche la ripartizione dei fondi così come appare nella bozza di proposta per gli assi di spesa di Next Generation Eu: “ Con sommo sconcerto, abbiamo scoperto che  per le politiche di parità si prevedono solo 4,2 miliardi, inseriti nella voce “politiche sociali”.

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