Recovery, da Draghi scossa ai partiti: «Riforme, non ideologie». Mattarella: impegno corale

Discorso del premier che cita La Malfa: «Misure coraggiose contro il non-governo»

Recovery, da Draghi scossa ai partiti: «Riforme, non ideologie». Mattarella: impegno corale
di Alberto Gentili
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Giovedì 11 Novembre 2021, 02:05 - Ultimo aggiornamento: 10:04

«Al “non-governo” va contrapposto il coraggio delle riforme economiche e sociali. Un’azione paziente ma decisa, che eviti gli sterili drammi degli scontri ideologici, per dare all’Italia una prospettiva di sviluppo, coesione, convergenza». Mario Draghi cita le parole di Ugo La Malfa per illustrare la sua filosofia riformatrice nella realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). E per bacchettare i partiti.

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Recovery, scossa di Draghi ai partiti

«La Malfa ci ricorda l’importanza di una politica di programmazione, necessaria per uno sviluppo equilibrato», ha aggiunto Draghi alla Camera durante la presentazione dell’archivio dello storico leader repubblicano, «soltanto in una fase di grande dinamismo, scriveva La Malfa, è possibile attuare “le necessarie modificazioni del meccanismo economico senza incontrare costi troppo elevati”.

L’alternativa è quella che La Malfa chiamò successivamente il “non-governo”. Una definizione fulminante, per sottolineare l’incapacità di affrontare i problemi, di dare continuità alla modernizzazione del Paese». La Malfa, ha sottolineato Draghi nel quale in molti vedono la “funzione salvifica” che ebbe il leader del Pri nel periodo del boom economico, «quel coraggio lo dimostrò sempre, insieme a una visione profondamente pessimista, ma mai sfiduciata, della politica. In quella che Caffè definì “la solitudine del riformatore” non diminuì mai il suo entusiasmo. Un’azione paziente ma decisa», che dribblò «gli sterili drammi degli scontri ideologici, per dare all’Italia una prospettiva di sviluppo, coesione, convergenza». Parole che nella saletta dei gruppi parlamentari di Montecitorio sono risuonate come una condanna dei tentativi di alcuni soci di maggioranza, Matteo Salvini e i 5Stelle in primis, di alzare le proprie bandiere identitarie su ogni dossier.

«CRESCITA E UGUAGLIANZA»

Poi, creando un parallelismo con il Pnrr, Draghi ha aggiunto: «Nel 1962, da ministro del Bilancio», La Malfa che «fu uno dei padri del miracolo economico, sempre attento a bilanciare crescita e uguaglianza», «lavorò alla Nota aggiuntiva, il suo maggiore lascito intellettuale». Nella Nota, La Malfa «cercò di dare risposta a una questione centrale per la ricostruzione: come trasformare il periodo eccezionale che il Paese stava vivendo in una stagione di crescita di lungo termine». Sul Pnrr è intervenuto anche Sergio Mattarella, in occasione della consegna delle Stelle del lavoro: «E’ una storica occasione che determinerà l’eredità che lasceremo ai giovani. Potremo raggiungere gli obiettivi sperati solo se sarà visibile un impegno corale e una convergenza di fondo tra pubblico e privato, tra istituzioni e imprese. Il lavoro sarà la misura del Pnrr, colmando alcuni deficit come il lavoro femminile e l’occupazione giovanile». In Consiglio dei ministri il sottosegretario Roberto Garofoli ha illustrato lo stato di attuazione del programma. Sono 549 i provvedimenti “smaltiti” dal governo Draghi dalla data del suo insediamento al 31 ottobre. «Il periodo bimestre settembre-ottobre è stato contrassegnato da una straordinaria performance con 199» misure approvate ha spiegato Garofoli. «In particolare sono stati adottati 175 provvedimenti attuativi: 103 nel mese di settembre e 72 a ottobre», pari al 76,2% dell’ambizioso obiettivo/target di 261 misure complessivamente assegnate alle «Amministrazioni per il bimestre considerato». In particolare, «dopo l’eccellente risultato di settembre, ad ottobre si è registrata una flessione, anche dovuta all’enorme impegno di tutte le Amministrazioni» nella stesura di varie leggi (manovra inclusa) e decreti. «A partire dal mese di novembre si procede attraverso l’assegnazione ad ogni Amministrazione di target specifici settimanali di decreti da adottare», ha concluso Garofoli. 

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