Il Dl Rave è legge, via libera (con la ghigliottina) alla Camera. Scontro sui No vax: 13 di FI non votano

Nella legge le misure su Covid e ergastolo ostativo ai mafiosi. Polemica per il reintegro nelle Asl dei sanitari non vaccinati

Dl Rave, ok definitivo alla Camera: 183 voti favorevoli, 116 i no
di Emilio Pucci
4 Minuti di Lettura
Venerdì 30 Dicembre 2022, 15:46 - Ultimo aggiornamento: 31 Dicembre, 11:15

«Santa ghigliottina». Pochi minuti dopo le ore 15 i deputati lasciano l’emiciclo, auguri e baci, ci rivediamo nel 2023, la corsa a prendere aerei e treni per tornare a casa dopo giorni di battaglia - con tanto di sedute notturne - sul decreto Rave. È successo che il presidente della Camera Fontana, «considerato che tutte le fasi di esame del provvedimento si sono svolte e che nell’ambito delle dichiarazioni di voto tutti i gruppi hanno potuto esprimere le loro posizioni», ha annunciato di voler porre «direttamente in votazione» il decreto Rave. Proteste dei democratici che hanno brandito una copia della Costituzione e del M5s («umiliate il Parlamento»). Dissenso di tredici deputati di FI, tra questi il presidente della Commissione Affari costituzionali Pagano, che pur non essendo in missione non hanno votato «perché all’articolo 7 del decreto c’è la revoca della sospensione dell’attività professionale per i cosiddetti medici No Vax».

I numeri in aula

Il decreto diventa legge con 183 sì, 116 voti contrari e 1 astenuto.

Trenta le assenze non giustificate nella maggioranza. Nove i leghisti in missione e nove quelli che non hanno partecipato al voto; nove in missione anche per Fdi, sei quelli che non hanno dato il via libera al testo. Sedici assenti nel Pd, dodici tra i pentastellati. Per quanto riguarda il Terzo Polo su ventuno deputati del gruppo hanno votato solo in nove. Il decreto prevede che «chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati» per «realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento, è punito con la reclusione da 3 a 6 anni e la multa da 1.000 a 10.000 euro, quando dall’invasione deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa della inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento». È stabilita inoltre la confisca delle «cose» destinate «a commettere il reato». Il dl conferma il carcere ostativo ma ai benefici penitenziari vengono ammessi anche i condannati per reati contro la Pubblica amministrazione anche se non hanno collaborato con la giustizia. E poi ci sono le misure che allentano le regole sul Covid: il reintegro dei medici no Vax (la norma ha anticipato dal 31 dicembre all’1 novembre 2022 la scadenza dell’obbligo vaccinale), la sospensione delle multe per l’inadempimento all’obbligo per gli over 50, e la riduzione dei giorni di quarantena obbligatoria per i positivi asintomatici, che ora potranno uscire di casa dopo cinque giorni senza fare neanche il tampone.
 

Video

 

Nella maggioranza si sottolinea che Fontana, in un primo momento accusato di essere cauto sulla eventualità di strozzare il dibattito, ha voluto attendere la “copertura” dei vertici istituzionali. Al termine applausi delle forze che sostengono l’esecutivo: «L’opposizione - dicono - ha fallito. La verità è che il Pd ha tentato di fare il congresso in Aula e ha paura di essere continuamente scavalcato dal Movimento 5 stelle, sono uniti solo dall’atteggiamento contro di noi». Nel mirino dei dem finisce direttamente il premier Meloni: «Criticava la ghigliottina, oggi cade nel vizio». «Ci hanno impedito di svolgere il nostro ruolo», osserva il presidente M5s, Conte. «Noi rivendichiamo il diritto alla musica. La cassa dritta vi disturba? Vi provoca emicrania? Prendete un Moment Act, mettetevi le babbucce, andate a nanna», dice il presidente del gruppo di Alleanza Verdi e Sinistra, Zanella.

 

Urla e gestacci

L’esito del braccio di ferro sul dl Rave che ieri era in scadenza è arrivato al termine di un duro scontro. Già nella notte di giovedì si è sfiorata la rissa. Tra grida in dialetto partenopeo («Animale, statt calm, stai seduto») e scene con il dito medio alzato (dal deputato M5s Pellegrini per mostrare alla presidenza il gesto appena ricevuto da esponenti del centrodestra). Insulti, battibecchi come quello tra il sottosegretario Delmastro e il dem Mancini. «C’è il rispetto dell’articolo 64 della Costituzione. E stupisce che chi si professa custode della stessa voglia calpestarla, piegarla e sventolarla ai propri desideri», la replica del capogruppo di Fdi Foti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA