Il Raibaltone, croce della sinistra e letizia della destra, è ufficialmente cominciato. Il cda della tivvù pubblica, dopo la designazione da parte degli azionisti (il Mef) per Roberto Sergio, lo ha nominato amministratore delegato dell’azienda con decorrenza immediata.
E lui, un centrista con aderenze a destra, ma anche a sinistra, ha subito stabilito che saranno capo staff Paola Marchesini e direttore generale il meloniano Giampaolo Rossi, il quale ben conosce l’azienda, ha molto contribuito a guidarla quando era in cda e sedeva nella plancia di comando Salini.
Rai, l'approvazione dei piani
Ora la stagione Fuortes, ringraziato dal cda, va anche formalmente in archivio. Per Sergio in cda hanno votato a favore Simona Agnes, Igor Di Biasio e la presidente Marinella Soldi, il cui voto in caso di parità vale doppio. Riccardo Laganà, consigliere eletto dai dipendenti Rai, e Alessandro di Majo, in quota M5s, si sono astenuti e quindi valgono come un no, mentre Francesca Bria, Pd, ha espresso voto contrario. E i dem - che pure in Rai mantengono moltissime posizioni: hanno il Tg3, RaiCultura, RaiFiction, RaiCinema, RaiRagazzi, Radio3, RaiPlay e la stragrande maggioranza dei giornalisti nelle testate e nei tiggì per non dire dell’Usigrai, già salito sulle barricate - fa fuoco e fiamme contro quella che chiamano «la nuova lottizzazione». Che in realtà è uguale alla lottizzazione di sempre.
Basti pensare che se ora tra l’indignazione della sinistra ad andare via è stato Fabio Fazio e potrebbero arrivare Porro o Giletti al suo posto, al tempo di Renzi regnante venne fatto traslocare Floris a La7 e Ballarò la prese (con scarso successo) Giannini, e quando c’era il governo rossogiallo del Conte 2 proprio alla vigilia di Sanremo fu defenestrata Teresa De Santis e i dem misero Coletta. L’alternanza c’è sempre stata e rieccola, insomma. Più ricambi stagionali che epurazioni, verrebbe da dire, senza falsi moralismi.
TATTICA
L’astensione del contiano Di Majo è tattica: diventerà un sì, se i nuovi dirigenti della Rai dopo aver assegnato a Giuseppe Carboni il probabile posto di direttore di RaiParlamento - considerata poca cosa però agli occhi stellati - daranno qualcosa di più. Ma c’è poca disponibilità a dare, anche perché al M5s la destra sul Settimo Piano ha già promesso una trasmissione per Luisella Costamagna il sabato sera su Rai2, per Simona Sala la poltrona di Radio2, e a settembre Roberto Gueli potrebbe avere la condirezione della Tgr (il direttore Casarin andrà in pensione e un altro leghista gli succederà: l’attuale condirettore Pacchetti). E comunque: «C’è mancanza di pluralismo»!», attaccano i contiani. Ma in cda le opposizioni potranno fare ben poco, perché oltre ai voti di Agnes, De Biasio e della presidente Soldi, ora ci sarà anche quello del nuovo ad Sergio e quindi 4 contro 3. In questo quadro, «ci aspettiamo che la presidente Soldi eserciti questo ruolo di garanzia», chiede per i dem il senatore Francesco Verducci. La prima mossa di Sergio, proprio per confermare il pluralismo e tendere una mano a sinistra, è questa: l’annuncio che sono confermati Report, Cartabianca, Mezz’ora in più, oltre a Chi l’ha visto?, Fame d’amore, Linea verde e Linea verde Life, I fatti vostri e Tv talk.
ACCORDONE
Quanto alle nomine, l’accordone politico sarebbe già chiuso e nel cda del 25 maggio verranno fatte.
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