Al corteo del Pride di Roma di oggi si sono viste, tra gli altri, la segretaria del Pd Elly Schlein e l'esponente di Italia viva Maria Elena Boschi. Un convergenza singolare, quella sul tema dei diritti civili, che potrebbe rappresentare anche un punto di contatto delle opposizioni nel prossimo futuro.
«Come deputata di Roma era fondamentale essere qui oggi soprattutto nel momento in cui la Regione ha ritirato il patrocinio al Pride. Come rappresentante delle istituzioni ho voluto esserci per dire che le persone che qui manifestano pacificamente e allegramente ci sono, fanno parte del nostro Stato, non sono cittadini di "serie B" e hanno bisogno del nostro appoggio». Così la deputata di Iv Maria Elena Boschi, prima di aggiungere: «Se c'è una legge sulle unioni civili lo si deve al governo Renzi che ha avuto il coraggio di mettere la fiducia su quella legge e approvarla. C'è però ancora molto da fare sul tema dei diritti, sul piano educativo e culturale per combattere ogni discriminazione».
«Sono qua oggi perché è importante, perché il Pd sarà sempre nei luoghi della tutela e della promozione dei diritti Lgbtq+, a partire dal matrimonio egualitario, le adozioni e riconoscimento dei figli delle coppie», ha invece dichiarato la segretaria dem Elly Schlein.
Il tema dei diritti civili potrebbe costituire un punto di contatto tra le opposizioni (compreso il M5s), finora molto divise nella scelta di come contrastare il governo guidato da Giorgia Meloni.
Già in mattinata, da Napoli, dove ha riunito l'assemblea di Italia viva, Matteo Renzi aveva rivendicato quanto fatto ai tempi del suo esecutivo: «Sui diritti civili non vedo alcun passo indietro. I diritti civili hanno visto un passo in avanti quando il nostro governo ha messo la fiducia e consentito a due persone che si vogliono bene di dirselo davanti a un pubblico ufficiale e non in una cena a due o in famiglia». L'ex premier ha poi però ribadito di non voler guardare solo all'elettorato di sinistra: «abbiamo il dovere di strappare le parole "sicurezza" e "tasse" alla destra e le parole "lavoro" e "cultura" alla sinistra, o meglio alle rispettive propagande».
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout