Pd, stallo primarie. In direzione atterra lo scontro Schlein-Bonaccini sul voto online

Pd, stallo primarie. In direzione atterra lo scontro Schlein-Bonaccini sul voto online
di Francesco Bechis
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Mercoledì 11 Gennaio 2023, 16:23 - Ultimo aggiornamento: 21:21

Dietro l'angolo, riecco l'incubo. L'effetto mela. Un partito spaccato a metà. Di qua Elly Schlein, di là Stefano Bonaccini. Slitta sul ghiaccio il destino del Pd a un mese dal Congresso che dovrà deciderne identità, leadership, strategia. Come è slittata oggi la direzione che avrebbe dovuto - ma così non è stato - sciogliere l'ultimo nodo che avvinghia la sfida tra il governatore emiliano-romagnolo e la sua vice per la segreteria.

LO SCONTRO

Le primarie: online o alla vecchia maniera? Il dubbio si insinua tra i contendenti.

E divide al punto che l'appuntamento clou al Nazareno è stato spostato di sette ore, dalle 12 alle 19. Quisquiglie? Questione di metodo? Niente affatto. Perché anche sull'asse digitale-analogico si gioca il derby emiliano Schlein-Bonaccini. Con la prima convinta, non a torto, di poter macinare consensi tra i giovani allestendo urne digital per le primarie.

LA STRATEGIA

Il voto d'opinione, dopotutto, è l'asso nella manica annunciato della paladina dei diritti civili fresca di tesseramento al partito. E dunque, nessun passo indietro. «Perché temono la partecipazione?», punzecchiano anzi i suoi con una stoccata a Bonaccini e la squadra riformista. Lui, il governatore in charge, non ne vuole sapere. «È un dibattito surreale», rispondono piccati dal suo entourage. In mezzo, l'altra contendente Paola De Micheli che aggiunge un tocco drammatico. Il voto online? Cambia la «natura del partito». Un no secco, avvisa l'ex ministra.

IL COMPROMESSO 

A un compromesso già si lavora in queste ore, pompieri all'opera. Eccolo: sì alle primarie online, ma limited edition. Cioè riservate agli anziani, ai malati che non riescono a trascinarsi fino ai gazebo, a chi vive in. zone disagiate dove allestire seggi dal vivo è un'impresa. Ma neanche l'ipotesi mediana, finora, è riuscita a calmare gli animi.

Così si sta, sospesi. E come non bastasse il quadro nero pece che raffigura il Pd nei sondaggi - per Swg viaggia addirittura a quota 14%, tre, quattro tacche sotto l'Avvocato Giuseppe Conte - il partito rischia ora di lacerarsi sulle regole per le primarie. O meglio, anche su queste. Un ingrato compito attende allora Enrico Letta, il segretario uscente che adesso dovrà vestire suo malgrado i panni dell'arbitro e scongiurare la rissa in campo.

Fosse per lui, le regole rimarrebbero tale e quali, «non si cambiano in corsa», è il mantra che riferisce chi è vicino all'ex premier. E però, serve imparzialità, sbilanciarsi non è un'opzione. Così, oltre al leader non più in chief del partito, toccherà anche al coordinatore della segreteria Marco Meloni vigilare sulla lunga notte, l'ennesima, che attende il Nazareno.

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