Non è un entusiasmo eccessivo? Il suo gazebo era a Piazza del Popolo e i centri storici delle città sono le ultime roccaforti del Pd.
«Invece pare proprio che la partecipazione sia stata alta ovunque. Comunque si è trattato di una cosa seria con registrazioni dettagliate e una pignoleria pazzesca».
Ma Grillo parla di primarie frou frou.
«Grillo rappresenta la politica elitaria gestita da un gruppetto ristrettissimo di persone e amministrata da una srl. Non può capire cosa sono le primarie né i 200.000 di Milano contro il razzismo. Uno che fa votare 50.000 persone - dice lui - su una piattaforma privata senza certificazioni per salvare Salvini, non può proprio capire cosa significa incontrare migliaia di persone in carne e ossa che ti lasciano il telefonino e ti dicono chiamami».
Secondo lei che Pd esce da queste primarie?
«Rafforzato. C'è un'Italia che ne ha le scatole piene di un governo di grandi proclami e di inconsistenze ancor più grandi. Poi i voti veri, le regionali, raccontano che quando il centrosinistra trova una formula politica aperta e un front runner convincente la società reagisce. Superare il 30% in Abruzzo e Sardegna nelle condizioni date è un segnale fortissimo ma sappiamo di non essere autosufficienti».
Il centrodestra però è risultato imbattibile.
«Gli ultimi anni ci ha insegnato due cose: l'elettorato è molto mobile e il governo logora tantissimo. Il governo attuale poi è gonfio di retorica ma sgonfio di risultati. Certo, la corrente della storia in questa fase favorisce i nazionalisti ma vedo molta gente preoccupata per il futuro dell'Italia in Europa, e per la nostra economia fuori controllo. Ci sono tutte le possibilità di una rimonta».
Approfittando delle divisioni nella maggioranza?
«Il conflitto permanente fra le due componenti della maggioranza consente a Salvini di scaricare tutti i dati negativi sui 5Stelle provando a non assumersene la responsabilità. Una tattica di corto respiro».
E perché?
«Non c'è un solo indicatore economico che vada nella giusta direzione. Il dato più brutto è che sta aumentando la distanza fra l'andamento della nostra economia e quella degli altri Paesi dell'Eurozona, stiamo ripiombando verso una recessione profonda».
E questo cosa significa?
«Che prima della fine dell'anno bisognerà impostare una manovra economica gigantesca per il 2020. Se si sommano i 23 miliardi dell'aumento dell'Iva già scritti e un'altra quindicina di miliardi che stanno venendo a mancare a causa del rallentamento dell'economia, stiamo parlando di lacrime e sangue».
Il livello di apprezzamento del governo resta alto e il Pd, per vostra ammissione, è malato.
«Il 60% degli italiani non è contento del governo ma il 50% dice di voter votare Lega o M5S. C'è dunque un problema di offerta politica. Che possiamo iniziare a coprire con liste di grande qualità per le elezioni europee. Tutti sanno che mi batto per una soluzione che unisca tutte le forze civiche e politiche europeiste. E questa giornata dà forza a questo progetto. Da domani con il nuovo segretario bisognerà lavorare solo su questo».
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