Prescrizione lunga, la protesta delle toghe: «È incostituzionale». Caso mini-amnistia

Prescrizione lunga, la protesta delle toghe: «È incostituzionale». Caso mini-amnistia
di Michela Allegri
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Domenica 2 Febbraio 2020, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 11:55

ROMA A Napoli gli avvocati entrano nell'aula con le manette ai polsi, a Messina si levano la toga e ad Ancona organizzano un sit-in. Da Nord a Sud, durante le cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario, è andata in scena la protesta dei penalisti contro la nuova legge sulla sospensione della prescrizione dopo il primo grado, in vigore dal primo gennaio. E le critiche alla riforma voluta dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede arrivano anche dalla magistratura. Con il presidente della Corte d'appello di Roma, Luciano Panzani, che propone «un'amnistia mirata» per i reati minori e il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, che sostiene, davanti al Guardasigilli presente in Aula Magna, che le nuove norme presentano «rischi di incostituzionalità».

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LA CAPITALE
Durante la cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario nella Capitale, Panzani ha spiegato, dati alla mano, che la prescrizione «colpisce maggiormente nei processi per cui c'è condanna in primo grado e quindi quasi uno su due in appello». Per l'alto magistrato «sospendere la prescrizione non serve. Significa accumulare processi senza che ci siano risorse»: serve al più presto un aumento di organico. Per il presidente «sospendere i processi significa ledere diritti fondamentali ad un processo equo e tempestivo». Un intervento che trova l'approvazione dei penalisti romani. «Il presidente ha fatto un'affermazione di puro buonsenso pronunciando una parola che di questi tempi è eretica e che può attirare delle accuse volgari: amnistia», ha detto il presidente della Camera penale di Roma, Cesare Placanica.

«RIFORMA INCOSTITUZIONALE»
In tutta l'Italia è sempre il tema della prescrizione a tenere banco, con i dati su inchieste e reati passati quasi in secondo piano, anche se sia a Roma che a Milano si è puntato l'indice sugli affari illeciti nella gestione del business dei rifiuti. È stato proprio il Procuratore generale del capoluogo lombardo, Roberto Alfonso, nell'ultimo intervento prima della pensione, a usare le parole più critiche sulla riforma, definendola a rischio di «incostituzionalità», visto che incide «sulla ragionevole durata del processo», che verrà «ritardata senza limiti». Un messaggio simile viene lanciato dal pg di Firenze. Mentre dalla cerimonia milanese è arrivata anche la risposta di Bonafede: «Rispetto l'opinione del Procuratore generale, dal mio punto di vista non c'è nessuna incostituzionalità». Il Guardasigilli ha ribadito anche la sua disponibilità al «confronto», che ci sarà anche nella maggioranza. «Non ho mai detto che la prescrizione è un modo per ridurre i tempi ha aggiunto ritengo ingiusto che lo Stato arrivi a un punto in cui, dopo aver speso soldi ed energie, debba gettare quel lavoro nel nulla a causa del tempo. Bisognerebbe lavorare sul tempo».
 



In generale, i presidenti di Corte d'Appello hanno sottolineato i rischi che potrebbe avere lo stop alla prescrizione senza un'adeguata riforma dei tempi del processo penale. E anche il vicepresidente del Csm, David Ermini, a margine della cerimonia di Perugia, ha parlato di un azzardo: «Credo sia stato un po' un azzardo aver votato una norma senza avere la riforma pronta».

 

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