Ponte sullo stretto di Messina, ok delle commissioni al decreto legge. Ma è scontro sui costi

Secondo Rixi, sottosegretario ai Trasporti, spesa massima 13,5 miliardi. Opposizioni, supererà i 15

Ponte sullo stretto di Messina, ok delle commissioni al decreto legge. Ma è scontro sui costi
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Lunedì 8 Maggio 2023, 20:04

Il decreto che fa ripartire il Ponte sullo stretto di Messina incassa il via libera in commissione e si prepara all'esame dell'Aula di Montecitorio. Ma il percorso è già accidentato, con gli ultimi emendamenti approvati che accendono lo scontro politico. Le opposizioni lanciano l'allarme sui costi, accusano l'esecutivo di fare un regalo di Stato e avvertono sui rischi di contenzioso. Ma il governo tira dritto, spiegando di aver «blindato» la situazione proprio per evitare aumenti smisurati dei prezzi ed extraprofitti. Al centro delle polemiche c'è un emendamento della maggioranza sul caro materiali, già nel mirino delle opposizioni e rimasto accantonato fino all'ultimo. La riformulazione della Ragioneria e del Mef viene preannunciata alla ripresa dei lavori delle commissioni riunite Trasporti e Ambiente dal sottosegretario ai Trasporti Edoardo Rixi, che per l'opera conferma i costi già stimati dal Def (lo stesso Def però specifica anche come ad oggi manchino le coperture): «Il costo a noi risulta complessivamente per l'opera di 13,5 miliardi». Una cifra in aumento rispetto agli 8,5 miliardi del 2011, precisa: il progetto resta lo stesso di 12 anni fa, ma viene aggiornato, «i materiali nel tempo sono cambiati».

Il costo complessivo dell'opera

L'emendamento riformulato effettivamente fissa il costo complessivo dell'opera «nel limite massimo» dell'importo indicato nel Def, ma puntualizza che la rideterminazione del prezzo viene fatta «escludendo gli oneri finanziari funzionali alla remunerazione dei capitali apportati dall'investitore privato» e gli «oneri funzionali all'adeguamento del progetto esecutivo» a delle prescrizioni fissate dal decreto, come la normativa sulla sicurezza o la compatibilità ambientale. Per le opposizioni, è chiaro che serviranno più dei 13,5 miliardi annunciati. «In questo modo, l'opera andrà a costare ben più di 15 miliardi.

Una mangiatoia di soldi pubblici dello Stato per un'opera che non ha un piano tecnico economico di fattibilità», avverte Avs, che ci legge un «vero e proprio regalo» al consorzio Eurolink (dell'allora Salini, oggi Webuild). Inoltre l'emendamento lega il riconoscimento dell'aggiornamento dei prezzi parametrato a quelli degli anni 2022-2023 alla data di approvazione dell'opera da parte del Cipess, fa notare il Pd. «Delibera che ad oggi non ha una data certa»: i 13,5 miliardi «saranno sufficienti se la delibera non dovesse essere approvata in tempi brevi?», si chiedono i Dem, che avvertono anche sul rischio di contenziosi a livello europeo.

 

Ma Rixi rassicura: le modifiche «evitano extraprofitti» e tutelano lo Stato garantendo «tempi e costi congrui». «Passiamo dalle parole ai fatti», sottolinea uno dei due relatori, il leghista Domenico Furgiuele. Nonostante le proteste delle opposizioni che chiedono più tempo per analizzare il nuovo testo, alla fine la presidenza procede col voto finale e il provvedimento viene approvato e passa all'esame dell'Aula, dove inizia domani la discussione generale (dopo la pausa per le amministrative tornerà in Aula il 15 per la fiducia). Tra le ultime modifiche approvate in commissione c'è anche la campagna informativa per sensibilizzare i territori, che stanzia 7 milioni per creare centri d'informazione e organizzare giornate in cui la popolazione può visitare i cantieri. Il testo contiene modifiche per rafforzare i controlli antimafia, il tetto alle spese per le indennità dei componenti del comitato scientifico, il cassetto virtuale per le procedure di esproprio virtuali e il piano integrato per il trasporto locale.

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