I dirigenti nel labirinto Pa: «La polizza sia solo l'inizio». Le richieste per sveltire gli atti

I dirigenti nel labirinto Pa: «La polizza sia solo l'inizio». Le richieste per sveltire gli atti
di Andrea Bassi e Francesco Bisozzi
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Lunedì 22 Febbraio 2021, 07:14 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 01:20

Sì alla polizza salva-dirigenti, ma soprattutto sì all'eliminazione del reato di abuso d'ufficio contro la fuga dalla firma che paralizza le amministrazioni pubbliche e blocca le pratiche. I dirigenti dello Stato chiedono anche una semplificazione delle norme (troppe le leggi che si contraddicono tra loro e rendono impossibile prendere una decisione in tempi brevi) e un sistema di collaborazione istituzionale: la Corte dei conti, l'Agenzia del Demanio, la Ragioneria generale dello Stato e l'Avvocatura dello Stato oggi vengono visti come semplici fornitori di pareri, mentre potrebbero avere un ruolo più consulenziale a supporto dei funzionari che devono autorizzare gli atti. Per il premier Mario Draghi nella Pa c'è troppa paura di firmare e il caso di Maria Cannata, ex responsabile del debito pubblico, giudicata e assolta dalla Corte dei conti per un presunto danno erariale da un miliardo di euro, in effetti spaventa dipendenti pubblici con stipendi da duemila euro che devono prendere decisioni strategiche per le quali poi possono essere chiamati a rispondere di danni milionari. 

Polizza salva-dirigenti, Cassese: «Va abolito l'abuso d'ufficio, la Corte dei Conti smetta di giocare a fare il pm»

A Palazzo Vidoni si studia la possibilità di introdurre una polizza assicurativa a carico delle amministrazioni di appartenenza per coprire le spese legali in caso di giudizio per danno erariale. «Anche quando assolti, noi dirigenti rientriamo al massimo del 50 per cento delle spese legali che abbiamo sostenuto.

Ma una polizza da sola non basta, bisogna puntare sul lavoro di squadra. La Corte dei conti, il Demanio e l'Avvocatura dello Stato devono supportare i dirigenti e aiutarli a prendere la decisione giusta. Serve una sinergia che oggi manca e la cui assenza ha un potente effetto rallentatore sulle pratiche», spiega una dirigente territoriale del Lavoro che preferisce rimanere anonima. Il problema nasce anche dalla giungla normativa con cui i funzionari pubblici hanno a che fare quotidianamente.

Ci racconta un dirigente di palazzo Chigi: «Personalmente non ho paura di firmare, ma ho bisogno di tempo per capire se l'atto che devo autorizzare sarà davvero efficace e per essere certo che supererà tutti i controlli successivi. In Italia ci sono un'infinità di leggi che spesso vanno in direzioni contrarie e per noi orientarsi in questo labirinto non è semplice. Ben venga la polizza salva-dirigenti, ben venga pure l'eliminazione dell'abuso di ufficio, ma non risolvono il problema alla radice: equivalgono a una compressa di tachipirina quando si ha la febbre. Per velocizzare le procedure e sbloccare le pratiche è necessario pure intervenire sul quadro normativo». Al ministero della Pubblica amministrazione di Renato Brunetta si lavora anche a una sorta di cura delle competenze, che in pratica consisterà nel mettere gli uomini e le donne più preparate nei posti giusti. Così Tiziana Cignarelli, la segretaria generala della Codirp, la Confederazione della dirigenza pubblica: «Siamo per una Pa non verticistica. Oggi in cima alla piramide c'è un dirigente che si prende tutte le responsabilità, ma i dirigenti non sono dei tuttologi. Bisogna cambiare modo di lavorare e affidarsi a team di tecnici competenti che affrontino le questioni in contemporanea e che di concerto prendano le decisioni richieste».

Una polizza salva-dirigenti per sbloccare le pratiche: troppa paura di decidere


LE PROPOSTE
Facile a dirsi, difficile a farsi. Per adesso ci si aggrappa alla boa di salvataggio del decreto semplificazioni di luglio, dove c'è una norma temporanea (in scadenza a dicembre) che limita la possibilità di contestare il danno erariale ai funzionari pubblici e che di fatto elimina la perseguibilità per colpa grave, a meno che non vengano ravvisati comportamenti omissivi. Per Barbara Casagrande, segretario generale di Unadis, il sindacato dei dirigenti della Pa, occorre trovare un punto di equilibrio tra fiducia e responsabilità. «Operiamo tra mille vincoli di leggi e regolamenti, di cui da tempo abbiamo indicato vie di semplificazione. E anche formulato l'ipotesi di limitare a tre annualità massime percepite il danno risarcibile: ci sembra il momento di riprendere la proposta». Ma più in generale la ricetta di Unadis per una Pa più efficiente e snella ha come ingrediente principale il riconoscimento del ruolo della dirigenza. «Serve sganciare la misurazione e valutazione della performance dalla retribuzione di risultato, assumere presto e bene, per competenze e non per conoscenze, e investire sulla formazione».

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