Tutti raggiunti i 55 traguardi e obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza in scadenza a fine dicembre: nell'annuncio dato ieri dal ministro Raffaele Fitto viene ricordato che al momento del passaggio della staffetta tra Mario Draghi e Giorgia Meloni gli impegni mantenuti erano 25 e che da allora, quindi a partire dall'ultima decade di ottobre, ne sono stati concretizzati altri 30. Ora toccherà alla commissione europea valutare l'effettivo raggiungimento dei target e provvedere, verosimilmente nel mese di marzo, all'erogazione della terza rata di finanziamenti che vale 21,8 miliardi (in realtà 19 netti tenendo conto di quanto già erogato con il prefinanziamento dell'agosto 2021). Ma con l'Europa si apre ora anche un'altra partita, quella sulle possibile modifiche al Piano. Due i filoni su cui si lavora. Da una parte c'è il meccanismo RePower Eu finalizzato alle misure energetiche: qui saranno spostate risorse relative a progetti del Pnrr che non hanno realiticamente speranza di essere completati. Dall'altra il tema degli extra-costi, con l'obiettivo di trovare compensazioni per gli aumenti dei prezzi dei materiali, sempre concordate dettagliatamente con le autorità europee. Va ricordato che l'articolo 21 del regolamento europeo sull'attuazione del Pnrr prevede che in situazioni particolari singole voci del piano possano essere riviste in seguito al manifestarsi di circostanze impreviste, nelle quali rientrerebbero la guerra e l'ondata di inflazione. Anche per gli aggiornamenti del Pnrr l'orizzonte temporale potrebbe essere quello di marzo. Come ulteriore fattore di flessibilità il ministro Fitto, che coordina il piano unendo in sé tra le altre la delega agli Affari europei e quella alle politiche di coesione, guarda anche all'utilizzo dei fondi strutturali, sempre provenienti dall'Europa pur non rientrando nel Next Generation Eu.
IL DOCUMENTO
Prima di finalizzare la trattativa, il governo è deciso comunque a fare un proprio punto della situazione, visto che l'ultima relazione al Parlamento risale allo scorso ottobre e porta la firma del precedente esecutivo.
Ma torniamo ai 55 obiettivi di fine 2022. Fitto ha elencato puntigliosamente i provvedimenti adottati negli ultimi due mesi, necessari per portare i ministeri e le altre amministrazioni sulla linea d'arrivo. Nel dettaglio si tratta di 2 decreti legislativi (sono stati adottati i pareri delle Camere e della Conferenza Stato-Regioni e unificata), 12 decreti ministeriali, 3 interventi normativi in legge di Bilancio. Questi ultimi avranno il via libera formale nelle ultime ore: riguardano tra l'altro la fiscalizzazione degli oneri impropri di sistema (legati al nucleare) e attualmente raccolti con le bollette e l'anticipo della riforma del processo civile.
I PROVVEDIMENTI
Tra i singoli obiettivi ricordati dallo stesso Fitto ci sono la piena operatività dell'agenzia Cybersecurity, il completamento del Polo strategico nazionale destinato ad ospitare i dati e i servizi strategici della PA, l'adozione degli atti attuativi della riforma dei servizi idrici, la costituzione della società informatica 3I (con Inps, Inail e Istat), l'approvazione della riforma dei servizi pubblici locali e di quella della scuola, l'adozione in Consiglio del Ministri del nuovo codice dei contratti pubblici, gli adempimenti connessi alla riforma dell'amministrazione fiscale e la definizione del piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso.