Giovannini: «Un commissario per i tram di Roma e i Giochi di Cortina»

Giovannini: «Ecco i nuovi commissari per sbloccare 40 opere». A Roma si occuperanno delle tranvie
di Umberto Mancini
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Lunedì 7 Giugno 2021, 07:13 - Ultimo aggiornamento: 19:54

Ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, sono stati approvati il Pnrr, il decreto semplificazioni e, venerdì, anche quello per il reclutamento del personale: cosa cambia concretamente per il suo ministero con questa trilogia di provvedimenti arrivata in porto? 

«La trilogia, come la chiama lei, è un passo avanti fondamentale, perché i tre provvedimenti sono costruiti per stare insieme, dare una nuova visione integrata che coniuga, almeno per quanto riguarda il mio dicastero, infrastrutture moderne e innovativi sistemi di trasporto all'insegna della sostenibilità ambientale.

Il tutto sperimentando un nuovo modo per realizzare i progetti, rispettare maggiormente l'ambiente, ridurre i tempi, aumentare il confronto con tutte le parti in causa, a cominciare dai cittadini».

Le risorse da impiegare sono ingenti, così come è decisivo rispettare i tempi: ce la farete?

«Ci sono 62 miliardi da impiegare tra i fondi europei e il fondo complementare, con progetti inseriti in una logica profondamente diversa rispetto al passato. La cura del ferro da 25 miliardi prevede, ad esempio, l'elettrificazione di linee che ne erano prive, non solo l'alta velocità per il Sud. Così come ci sono le risorse per il trasporto pubblico locale, per rinnovare il parco bus e le metro, per circa 8,4 miliardi. E i fondi per la riqualificazione dell'edilizia urbana, per mettere in sicurezza la rete idrica, per il territorio».

E i controlli saranno adeguati?

«I tecnici che assumeremo al ministero saranno impegnati non solo a monitorare le opere ma anche ad aiutare gli enti locali, le stazioni appaltanti, le amministrazioni ad agire in maniera rapida, efficiente e innovativa, anche per ciò che concerne l'uso dell'economia circolare. Del resto, il decreto Semplificazioni che prevede l'appalto integrato, velocizza i vari passaggi che vanno dal progetto di fattibilità tecnico-economico a quello esecutivo. Il Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, stabilendo delle regole comuni in termini di qualità dei progetti, consentirà una migliore valutazione delle proposte che verranno dalle imprese e questo consente di tagliare i tempi. E di realizzare entro il 2026 tutta una serie di interventi che, senza il Pnrr e i decreti varati, avrebbero richiesto tempi molto lunghi. Abbiamo reingegnerizzato i processi, non solo semplificato».

E chi rimane indietro, chi non riuscirà a rispettare il crono-programma che avete previsto, a che rischi va incontro?

«Spetterà ai ministeri o al Consiglio dei ministri subentrare nei casi di pigrizia delle amministrazioni. Ci sono dei crono-programmi trasparenti che saranno rispettati e che si potranno seguire sul sito del ministero, come già ora possibile per lo stato di avanzamento dei lavori delle 57 opere commissariate. Un metodo nuovo».

A proposito, ha in mente un nuovo elenco di opere da commissariare?

«Sì. Lo presenteremo i prossimi giorni. Così come aiuteremo i commissari con una specifica unità di contatto del ministero che darà supporto per la preparazione dei bandi di gara, il dialogo con i territori, proponendo le pratiche migliori, nel rispetto dei principi della sostenibilità che enunciavo prima. Sempre nei prossimi giorni arriverà un decreto che consentirà di utilizzare il Fondo complementare, visto che in alcuni casi i fondi vanno a progetti mai attuati nel nostro Paese e quindi privi di norme attuative, come quello per l'elettrificazione delle banchine dei porti. Quasi 2 miliardi andranno invece alla riqualificazione residenziale pubblica per finanziare progetti validi già presentati nell'ambito del bando per la qualità dell'abitare, che però aveva una copertura limitata».

Tra i porti da elettrificare ci sarà anche Civitavecchia?

«Tutti i principali porti. Bisognerà confrontarsi con le Regioni».
Ci può anticipare a grandi linee che tipo di intervento sarà e le 4 principali opere che verranno commissariate?
«In totale saranno 40 per un valore complessivo di circa 13 miliardi. Si tratta di alcuni interventi legati alle Olimpiadi Milano-Cortina, le tranvie della Capitale, interventi ferroviari in Lombardia, l'Aurelia bis in Liguria, alcuni presidi della pubblica sicurezza».

E quando metterete mano al codice degli appalti?

«Ci sarà una legge delega prima dell'estate. Il tema è delicato ma abbiamo già migliorato il quadro generale con i recenti interventi. Penso alla banca dati unificata presso l'Anac per consentire alle stazioni appaltanti di valutare rapidamente appaltatori e subappaltatori, all'introduzione della responsabilità solidale di questi soggetti, alle maggiori tutele per aumentare la sicurezza dei lavoratori e il rispetto dei contratti nazionali. Proprio perché con il Pnrr la spinta sulle costruzioni sarà fortissima, bisogna dedicare grande attenzione a questi temi: stiamo studiando con Inail e Ministero del Lavoro per ridurre i rischi di incidenti. E poi sono stati introdotti elementi di premialità per le imprese che assumeranno giovani e donne ed evitare così ulteriori squilibri in un comparto in cui l'occupazione è prevalentemente maschile».

I lavori del Pnrr di vostra competenza quanti posti di lavoro daranno da qui al 2026?

«Circa 600 mila, cioè mediamente 120 mila all'anno. In questo modo possiamo riassorbire la forte riduzione del settore delle costruzioni verificatasi negli anni scorsi, ma anche stimolare quella di altri settori, favorendo l'occupazione femminile e giovanile. Le stazioni appaltanti dovranno adeguare a questo principio il disegno dei bandi di gara». 

Ridurrete le 70 mila stazioni appaltanti?

«Per le opere del Pnrr i piccoli Comuni si dovranno affidare alle città metropolitane o alle Provincie. Così le opere potranno realizzarsi meglio e più velocemente».

 

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