Pensioni ebrei perseguitati, il Tesoro smentisce: nessun taglio agli assegni

Pensioni ebrei perseguitati, il Tesoro smentisce: nessun taglio agli assegni
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Lunedì 29 Ottobre 2018, 14:08 - Ultimo aggiornamento: 14:19
«Nessuna riduzione delle pensioni di guerra, né dei vitalizi ai perseguitati politici e razziali. I titolari degli assegni non subiranno alcuna decurtazione. Quanto riportato da alcuni organi di stampa è pertanto privo di fondamento». Lo si legge in una nota del ministero dell'Economia. Il decreto fiscale «ha operato un allineamento dello stanziamento in bilancio alla effettiva erogazione delle risorse in base ai diritti soggettivi degli interessati. Ma non sono state introdotte misure che limitano il beneficio o i requisiti di accesso».

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«Smentiamo in modo categorico che sia stato tolto anche solo un euro dall'assegno per le vittime delle leggi razziali e per i perseguitati dal fascismo per motivi politici. È grave che un quotidiano nazionale come La Stampa, seguito da altri quotidiani, abbia pubblicato una fake news». Così il viceministro all'Economia Laura Castelli del M5s.

Rassicurazioni in mattinata erano già arrivate dal Quirinale e dal Governo all'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) riguardo al timore che il decreto fiscale prevedesse il taglio del fondo pensioni destinato alle vittime delle leggi razziste e ai perseguitati dal fascismo. Secondo gli aggiornamenti ricevuti e accolti con sollievo dall'Ucei - si legge in una nota ricevuta dall'agenzia Ansa - gli importi cancellati nel provvedimento fiscale fanno riferimento ad avanzi di bilancio derivanti dalla normale diminuzione del numero degli assistiti. Tali importi vengono così rimessi a disposizione del bilancio generale dello Stato.

L'Unione delle Comunità ebraiche italiane prende atto di tali opportune precisazioni e prosegue nel proprio impegno per semplificare la procedura prevista oggi dalla legge e per la risoluzione dei casi tuttora pendenti e in attesa di riconoscimento di benemerenza dai perseguitati. La giustizia nei confronti di coloro che ebbero a soffrire delle persecuzioni - si sottolinea nella nota - deve restare un cardine del nostro ordinamento e della nostra democrazia e il miglior modo di onorare una Memoria viva e consapevole.

«Il governo taglia le pensioni per gli ebrei vittime delle leggi razziali e per i perseguitati politici del fascismo». Era stata in precedenza la denuncia dell'Ucei in una lettera a firma della presidente Noemi Di Segni e indirizzata al premier Giuseppe Conte, al ministro dell'Economia Giovanni Tria e al sottosegretario Giancarlo Giorgetti. «Apprendiamo con incredulità - scrive Di Segni nella lettera pubblicata da La Stampa - che nell'allegato tabellare al Decreto-Legge n.119/18 (il decreto fiscale, ndr) si prevede, tra le riduzioni delle dotazioni finanziarie delle spese dei ministeri, anche un importo pari a 50 milioni del "sostegno in favore dei pensionati di guerra e dei perseguitati politici e razziali", che verrebbe quindi eliminato, di cui oggi sono assegnatari, sotto forma di indennizzo, i sopravvissuti alle persecuzioni razziali del regime fascista e i perseguitati politici antifascisti, in base alla Legge n.96 del 1955». Di Segni aveva espresso «sgomento» per la decisione del governo giallo-verde «proprio nell'ottantesimo anniversario delle leggi razziste del 1938» ed esorta «governo e Parlamento a riconsiderare la scelta fatta» in ambito di esame parlamentare. Poi le spiegazioni e le rassicurazioni: nessun taglio alle pensioni degli ebrei vittime delle persecuzioni razziali.

 
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