Pd, lo stop al poltronificio non vale per Frosinone: Buschini e quell'incarico da 8 mila euro al mese

Nessun passo indietro per il consigliere uscente Pd in Regione Lazio, appena eletto a capo dell'Ente per i rifiuti

Pd, lo stop al poltronificio non vale per Frosinone: Buschini e quell'incarico da 8 mila euro al mese
di Andrea Bulleri e Giovanni Del Giaccio
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Domenica 11 Dicembre 2022, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 12 Dicembre, 08:59

Nella partita sui vertici degli Egato, i nuovi enti territoriali per la gestione dei rifiuti nelle province laziali, tra molti sconfitti spicca di sicuro almeno un vincitore. Lui: Mauro Buschini, 44 anni, consigliere uscente del Pd in Regione Lazio. E, da mercoledì scorso, nuovo presidente dell'Ente che sovrintenderà allo smaltimento dei rifiuti della provincia di Frosinone. Perché nonostante le polemiche feroci esplose contro il poltronificio di fine mandato, e la retromarcia della Regione che alla fine ha deciso di rimandare l'infornata di super dirigenti a dopo il voto del 12 e 13 febbraio, quando in via Cristoforo Colombo si sarà insediato un nuovo governatore Buschini, l'unico a incassare l'elezione prima che sulla vicenda si scatenasse il putiferio, resta al suo posto.

LA POLEMICA

Per lui, insomma, lo stop imposto alle nuove nomine non vale: troppo tardi. Ed ecco che le opposizioni in consiglio regionale partono all'attacco. Chiedendo che anche l'assegnazione di quell'incarico, tanto ambìto quanto ben remunerato (8 mila euro di stipendio mensile, l'80% del compenso di un presidente di Regione) venga rinviata a dopo il voto. Fratelli d'Italia in testa: «Abbiamo costretto la Regione a rimangiarsi questa ennesima stipendiopoli targata Pd e Cinquestelle», attacca il capogruppo meloniano alla Pisana Fabrizio Ghera. «Ora però bisogna invalidare l'elezione del presidente e del consiglio dell'Egato di Frosinone, a questo punto evidentemente inopportuna», aggiunge il collega Giancarlo Righini.

Si spinge oltre Laura Corrotti, ancora da FdI: «Intendiamo per revocata l'assemblea per la provincia di Roma», che avrebbe dovuto svolgersi la prossima settimana (in pole per ottenere il posto da numero uno dell'Ente c'era l'attuale presidente del Consiglio regionale Marco Vincenzi). «A pensar male si fa peccato lancia la stoccata Corrotti ma non vorrei che tutto ciò sia stato fatto solo per far eleggere Buschini all'Egato di Frosinone...».

IL PERSONAGGIO

Ma c'è pure un altro sospetto che, racconta chi segue da vicino le dinamiche politiche locali, aleggia sull'indicazione di Buschini (la cui elezione è stata validata con il voto di 61 sindaci su 91, tutti quelli del Pd più esponenti civici) alla guida dell'Ente di gestione dei rifiuti di Frosinone. Ovvero l'ipotesi che la nomina dell'ex presidente del consiglio regionale (dimessosi 8 mesi fa in seguito allo scandalo sulla concorsopoli ad Allumiere) servisse al Pd per liberare una casella nella prossima corsa al consiglio regionale, che altrimenti avrebbe rischiato di essere troppo affollata. Questione di numeri: se i dem vincessero le prossime regionali, per loro scatterebbe il premio di maggioranza, con dieci seggi in più in consiglio. Dunque i candidati eletti nella provincia di Frosinone potrebbero essere due. In caso di sconfitta, al contrario, si rischia di portare alla Pisana un solo esponente, forse nessuno.

E in campo, oltre a Buschini (che già aveva manifestato l'intenzione di ripresentarsi), c'erano e ci sono tuttora altri esponenti di peso del Pd locale. A cominciare da Antonio Pompeo, ex presidente della provincia di Frosinone, e da Sara Battisti, vicesegretaria del Pd Lazio e consigliera uscente. Battisti è la compagna di Albino Ruberti, l'ex capo di gabinetto del comune di Roma finito al centro del caso del video di grida e minacce di morte balzato all'attenzione delle cronache durante l'estate scorsa («Me te compro? Vi sparo, vi ammazzo, dovete inginocchiarvi», il video pubblicato dal Foglio), proprio pare per via di una discussione sulle candidature per la corsa alla Regione Lazio. Una vicenda che tocca da vicino anche lo stesso Buschini, perché l'ex braccio destro di Gualtieri non avrebbe gradito l'appoggio di Francesco De Angelis, leader provinciale del Pd Frosinone, al rivale Buschini invece che alla moglie. Insomma: troppi candidati (almeno tre) per pochi posti. Ed è così che, per liberarne uno, si sarebbe scelto di dirottare il consigliere uscente alla guida dell'Egato. E l'operazione, salvo dietrofront, pare riuscita.
 

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