I cattolici in politica si scoprono poco importanti, monsignor Sorrentino: «rischiamo l'irrilevanza»

I cattolici in politica si scoprono poco importanti, monsignor Sorrentino: «rischiamo l'irrilevanza»
di Franca Giansoldati
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Martedì 20 Novembre 2018, 16:26
Roma - I vescovi in politica si scoprono scarsamente importanti. «Oggi in politica noi cattolici rischiamo l’irrilevanza» ammette monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, durante la presentazione del convegno su “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, in programma sabato prossimo, all’Università Cattolica di Milano. Il vescovo parla del presente concentrandosi sulla figura di Toniolo, un economista, sociologo e accademico tra i protagonisti del movimento cattolico italiano scomparso nel 1918: fu lui ad individuare la necessità del «solidarismo cristiano in un tempo di grande crisi di solidarietà, incapace di gestire ponti verso l’altro» e foriero di «diffidenza, oppressione, esclusione», tutti temi «importanti ancora oggi, in una società che si sta mescolando».
 «In un momento in cui noi cattolici facciamo tanta fatica, rischiamo l’irrilevanza in politica Toniolo ci dà un’indicazione di rotta da dove ripartire, per una presenza tesa non ad affermare la propria identità, ma a porsi al servizio del bene comune».

Anche il presidente dell’Azione Cattolica, Matteo Truffelli, docente di storia delle dottrine politiche all’università di Parma, è sembrato sulla stessa linea a proposito del ruolo dei cattolici nella vita politica. «Possiamo confrontarci sul fatto se sia in atto un ritiro dei cattolici dalla politica, ma sicuramente c’è oggi un ritiro della politica dalla vita del nostro Paese. La lezione di Toniolo – ha spiegato Truffelli – in tempi di ‘non expedit’, è stata quella di spingere il Paese reale all’incontro con il Paese legale, attraverso l’impegno politico ed istituzionale. Cercare strade per ricongiungere queste due dimensioni è un tema attuale ancora oggi». Ma cosa può apportare il cattolicesimo nel dibattito politico attuale?  «Al di là delle differenze, il denominatore comune è la ricerca di una società più giusta e più umana, e la necessità di confrontarsi con le concrete condizioni storiche e l’importanza di spendersi nella promozione del tessuto vivo delle realtà aggregative e organizzative, anticorpo sano in un tempo che Papa Francesco definisce della tristezza individualista».
 
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