Russiagate, Conte
nel tritacarne
presto al Copasir

Russiagate, Conte nel tritacarne presto al Copasir
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Martedì 8 Ottobre 2019, 21:17
ROMA Finito nel tritacarne del Russiagate dopo le visite a Roma del ministro della Giustizia Usa, William Barr, per incontrare i vertici dell'intelligence, il premier Giuseppe Conte entra proprio nel 'Palazzo delle spiè, la nuova sede dei servizi a Piazza Dante, per elogiare gli 007 italiani, «comunità di valorosi professionisti che, garantendo la sicurezza del Paese, protegge quella sfera di interessi nazionali che unisce e non divide, nella quale tutti i cittadini debbono potersi riconoscere». E, in attesa di riferire come promesso al Copasir, assicura: «non è concepibile che l'intelligence si muova al di fuori del controllo parlamentare e dei compiti che il Governo le assegna». Domani, intanto, il Comitato eleggerà il nuovo presidente. I leader dell'opposizione - cui spetta il posto - hanno trovato un candidato condiviso: il leghista Raffaele Volpi. A piazza Dante è andato oggi in scena il giuramento dei nuovi 'agenti segretì. Il premier - nella sua veste di «responsabile dell'Alta direzione della politica dell'informazione per la sicurezza» - ha ovviamente evitato nel suo intervento riferimenti al Russiagate, limitandosi a tracciare il quadro in cui opera l'intelligence, «patrimonio dell'intera Nazione, presidio della democrazia e degli interessi nazionali che si collocano al cuore delle prerogative sovrane di un Stato». E «punto di riferimento imprescindibile» nell'azione dei servizi è «l'ancoraggio alla comunità euroatlantica, insieme ad un multilateralismo avveduto». Dai nuovi 007 che hanno giurato il premier si attende «la freschezza necessaria per rinnovare e potenziare l'intero comparto». Con accanto i direttori di Dis, Aise ed Aisi, Gennaro Vecchione, Luciano Carta e Mario Parente, esprime quindi «apprezzamento per i vertici». Questa l'ufficialità. Il complesso affaire Russiagate ha però scosso il sistema d'intelligence. Come sempre, in questi casi, sono girate voci di sostituzioni e caccia ai responsabili che avrebbero fatto filtrare «informazioni parziali» sulle visite di Barr. Conte, certo che non ci sono state anomalie da parte italiana, si appresta a fornire al Copasir gli elementi a sostegno della sua posizione. Il premier è anche intenzionato a non cedere la delega dei servizi, nonostante il pressing dell'alleato Matteo Renzi, che anche oggi torna a punzecchiarlo: «se pensa di farcela da solo, senza delegare - scrive il leader di Italia viva - non faremo polemica. Gli abbiamo solo dato un consiglio, non un ultimatum». Lo difende, invece, il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio. «Sono convinto - spiega - che Conte, che non ha nulla da nascondere, come ha detto, andrà al Copasir a chiarire. E che, a differenza di Salvini, non scapperà né dal Parlamento, né dal dire la verità agli italiani». Per il leader leghista, invece, «ci sono tanti punti oscuri in carico al signor Conte. C'è chi denuncia l'utilizzo inusuale, se non personale, dei servizi segreti. Dovrà spiegare agli italiani». E al Copasir in serata trovato nell'opposizione - dopo un incontro tra i segretari di Lega e Fdi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni e l'ok di Silvio Berlusconi - l'accordo sul nome del presidente. Sarà l'ex sottosegretario alla Difesa, Volpi. Domani la riunione per il voto, a scrutinio segreto. Per essere eletto è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti. Se nessuno la ottiene, ballottaggio tra i due candidati che hanno avuto più voti. In caso di parità, eletto il più anziano di età. Una volta in carica presidente, vice e segretario, l'organismo deciderà il calendario dei lavori, dove troverà posto l'audizione di Conte e dei responsabili dei servizi.
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