Obbligo vaccinale, 10 giorni per salvare lo stipendio

Insegnanti, militari, forze dell’ordine: corsa alla prima dose per 100 mila persone. Chi non risulterà in regola sarà sospeso. I presidi: «Non sappiamo come sostituirli»

Obbligo vaccinale, 10 giorni per salvare lo stipendio
di Valentina Arcovio e Valentina Errante
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Giovedì 9 Dicembre 2021, 06:44 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 09:39

Dieci giorni per mettersi sul binario scelto dal governo e poi ancora qualche giorno per presentare tutta la documentazione sull'avvenuta vaccinazione. Chi sceglierà di non vaccinarsi perderà lo stipendio. Il problema potrebbe riguardare oltre 100mila persone. E non sono poche. E se il governo conta sul fatto che l'obbligo del Super Green pass, che non consentirà più ad alcune categorie di svolgere le proprie mansioni con il solo tampone, convincerà chi finora ha resistito, il rischio è, invece, che si apra un nuovo varco alle proteste e nascano problemi di organico in diversi settori. Oltre a quelli organizzativi. Dai dipendenti del comparto Difesa, alle Forze dell'ordine, fino a Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza, Penitenziaria e agenti delle polizie locali. E la bufera investirà anche scuole.

LA NORMA

Il 15 dicembre, chi non avrà ancora presentato la documentazione di avvenuta vaccinazione, avrà 5 giorni di tempo per prenotare e mostrare la documentazione sull'appuntamento.

Il tempo massimo scadrà dopo 15 giorni, quando il dipendente dovrà disporre del certificato verde. Nelle more, potrà andare al lavoro con l'esito negativo del tampone. Poi scatteranno le sanzioni: sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Il diritto al posto sarà garantito e, per il dipendente, non ci saranno procedimenti disciplinari. I giorni di assenza ingiustificata, però, non concorreranno alla maturazione delle ferie e comporteranno la perdita di anzianità dal servizio. Una circolare del ministero della Giustizia ha stabilito che la sospensione si protrarrà sei mesi. Poi non è chiaro cosa accadrà.

 

FORZE DELL'ORDINE

Al 7 dicembre su 103mila carabinieri, i vaccinati erano 97.933 (pari al 90,9 per cento). Il numero riguarda le adesioni alla campagna di vaccinazione organizzata dall'Arma. Nella Polizia, su un organico di circa 90mila unità, c'è un dato ufficioso di 82.000 vaccinati al primo dicembre. Ma nell'ultima settimana ci sarebbero state centinaia di nuovi vaccinati. Nella Guardia di Finanza, su un organico di 58mila e 300 persone, i vaccinati sono 55.062, con una percentuale 94,4 per cento. Mentre su circa 36mila agenti penitenziari, sono 25mila e 57 i vaccinati, nelle Forze armate la percentuale raggiunge l'87 per cento. Dati in crescita rispetto a quelli di alcuni mesi fa. Ma il problema resta.

 

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LE SCUOLE

Se la finalità del decreto è chiara: far vaccinare quel 5-8 per cento di operatori scolastici che hanno finora resistito (si tratta di circa 80mila persone) le modalità, con cui i dirigenti dovranno applicare la norma, non lo sono. Tantissimi i dubbi che potrebbero impedire la piena operatività della misura. Neanche la nota - non una circolare ufficiale - di Stefano Versari, capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero, inviata 2 giorni fa alle scuole, è riuscita a fare chiarezza. Troppi i «pare» e i «si ritiene» e pochissime indicazioni. «Abbiamo ricevuto centinaia di richieste, da parte di dirigenti, insegnanti e famiglie, tese a chiarire una serie di punti sulla normativa», riferisce Cristina Costarelli, dirigente scolastico del Liceo Newton di Roma e presidente dell'Associazione nazionale presidi (Anp) del Lazio. «La nota contiene ben pochi suggerimenti operativi, per non dire quasi nessuno», le fa eco Mario Rusconi, preside del Liceo Pio IX di Roma e alla guida dell'Anp della Capitale. Tra i nodi c'è quello del personale scolastico esente dall'obbligo vaccinale. «Si sostiene che il personale esente possa essere assegnato a una mansione anche diversa - spiega Rusconi - ma queste mansioni non vengono indicate». Da qui, un nuovo problema: come sostituire il personale esentato dalla vaccinazione? E ancora dubbi sulle supplenze: sulla questione, la nota di Versari non dice nulla. «I contratti dei supplenti docenti non in regola con l'obbligo - spiega Costarelli - si risolvono al rientro del titolare e non hanno più la durata di 15 giorni. Chi accetterà un contratto che non ha un termine definito e che potrebbe risolversi dopo 2 giorni?». Nella nota del capodipartimento, inoltre, si legge che la norma «non pare consentire l'estensione dell'ambito soggettivo dell'obbligo vaccinale che quindi, allo stato, si applica solo al personale scolastico». Aggiunge Rusconi: «Inoltre è incomprensibile che parte del personale, come gli assistenti agli alunni disabili, siano esclusi dall'obbligo, eppure hanno gli stessi contatti con gli studenti». Ma la confusione riguarda anche controlli e sanzioni.

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