Con la pandemia da Covid, lo sport è costretto a fare slalom tra norme e divieti, ma ora deve in parte anche tornare a fermarsi, dopo la decisione del governo di chiudere anche palestre e piscine con il Dpcm approvato la scorsa notte. Niente fitness, aquagym o partitelle tra amici, quindi, ma via libera, ad esempio, al tennis e al running. Resteranno aperti, infatti, centri e circoli sportivi pubblici e privati per svolgere attività all'aperto, nel rispetto delle norme del distanziamento e senza assembramenti, così come è consentita l'attività sportiva o motorie nei parchi, con rispetto della distanza di sicurezza di due metri o un metro. Ecco alcuni dei punti fermi in un quadro piuttosto complesso, anche per gli sport di squadra:
CALCIO
Si continua a giocare solo sui campi di serie A, B, C e D, ma si ferma tutta il resto dell'attività, secondo quanto sottolinea la Lega Dilettanti dall'Eccellenza in giù.
BASKET
Vanno avanti i campionati nazionali di A, A2, B nella pallacanestro maschile e A1 e A2 in quella femminile.
VOLLEY
Restano i campionati di Serie A e di Serie B maschili e femminili e una parte dei tornei giovanili.
SPORT DA CONTATTO
Sono 130 quelli elencati in un provvedimento pubblicato il 13 ottobre scorso (da aikido a wushu kung fu) e restano vietati per gli amatori, non per i professionisti, nonché dilettantistiche di livello nazionale, e nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni. Sono ammessi per le discipline dell'elenco allenamenti individuali, anche a livello amatoriale: in sostanza, un non tessereto alla federcanottaggio non può fare l'otto senza ma può pagaiare in solitudine. Sono sospese l'attività sportiva dilettantistica di base, le scuole e l'attività formativa di avviamento relative agli sport di contatto nonché le gare, le competizioni e le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere ludico-amatoriale.
SCI
Con l'avvicinarsi della stagione della neve - punto chiave per il turismo, oltre che per il costume sociuale - il dpcm prevede la chiusura degli impianti nei comprensori, che potranno essere utilizzati solo da atleti professionisti riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Cip e/o dalle rispettive federazioni per permettere la preparazione per competizioni nazionali e internazionali o il loro svolgimento. Gli sciatori amatoriali potranno accedere agli impianti solo se sarà adottato un protocollo da Regioni e Province autonome, validato dal Comitato tecnico scientifico, per evitare assembramenti.