E' solo questione di ore: fra poco sapremo quali Regioni passeranno in fascia arancione e rossa a partire - probabilmente - da domenica. E passare in fascia arancione vuol dire soprattutto tre cose: bar e ristoranti chiusi h24 se non per asporto, negozi con saracinesche abbassate ad eccezione degli alimentari, delle edicole, delle farmacie e di poco altro e spostamenti limitati dentro i confini del proprio comune sia pure con deroghe.
La decisione dovrebbe essere presa oggi con una ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, dopo la valutazione dei dati più recenti sulla pandemia da parte del Comitato Tecnico Scientifico.
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L'ultimo monitoraggio parla chiaro: le Regioni e le Province Autonome considerate a "rischio alto" sono 13.
E' possibile che alcune regioni vadano in "fascia rossa" perché i dati più recenti dei contagi sono pessimi per la Lombardia e stanno creando un allarme fortissimo in Sicilia. Qui l'intera città di Messina che ha quasi 200.000 abitanti è già in fascia rossa. Nell'isola ieri sono stati individuati ben 1.867 casi, terza regione italiana per numero di nuovi contagiati dopo Lombardia e Veneto. Lo stesso presidente della Regione, Nello Musumeci si è detto favorevole alla fascia rossa anche perché i ricoverati in terapia intensiva nell'isola sono 205.
Comunque chi resta in fascia gialla potrà anche andare al ristorante a pranzo ma ha poco da stare allegro. Sulla bese delle nuove regole resta il divieto di spostamento fra le regioni fino al 15 febbraio. Fino al 5 marzo invece sarà valida anche la regola che consente una sola volta al giorno ad un massimo di due persone (oltre ai
minori di 14 anni conviventi) di andare a trovare parenti o amici nella regione, se questa è in zona gialla, o nel comune se è in zona arancione o rossa.
E sempre fino al 5 marzo sarà possibile spostarsi nelle regioni arancioni dai comuni con una
popolazione non superiore ai 5mila abitanti, per una distanza non superiore ai 30 km e mai verso i capoluoghi di provincia. Il governo ha poi confermato il divieto della vendita da asporto per i bar dalle 18. Provvedimento fortemente criticato dalle Regioni.
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