Dpcm, tutte le misure da stasera: coprifuoco alle 22 in Italia. Spostamenti, sport e scuola, cosa cambia. Testo integrale

Dpcm, coprifuoco alle 22 e nelle zone a rischio è vietato spostarsi
di Marco Conti e Mauro Evangelisti
6 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Novembre 2020, 00:35 - Ultimo aggiornamento: 12:43

La spunta sul coprifuoco alle 22, ma è costretto ad organizzare con il ministro Speranza e il Cts un meccanismo di lockdown soft che toglie le castagne dal fuoco ai “furbissimi” presidenti di regione che comunque chiudono protestando con lo stesso argomento usato all’inizio: meglio chiudere tutto che solo la Lombardia, meglio misure omogenee per non dover magari spiegare perchè «noi sì e altri no». Il “parto” del terzo Dpcm è stato quantomai complicato. Un susseguirsi di riunioni e incontri a distanza tra governo e regioni, tra governo e Cts e poi, in serata e con il testo davanti, tra presidenti di regione e, su un’altra piattaforma, tra i componenti del Comitato tecnico scientifico.

Covid Italia, bollettino del 3 novembre 2020: 28.244 nuovi contagi e 353 morti, mai così tanti da inizio maggio

Dal 5 novembre, giorno di entrata in vigore del dpcm, tornerà l’Italia delle bandierine colorate a seconda dei contagi che regoleranno, grazie ad uno studiatissimo algoritmo, chi dovrà chiudere ancora e chi no.

Colore rosso per chi rischia forte, arancio per le aree pericolose ma dove ancora ci si potrà muovere, e verde per le zone più virtuose. Per tutti e tre i colori scatta comunque l’obbligo del tutti a casa dalle 22 alle 5 di mattina, salvo comprovate necessità (lavoro, salute) e apposita autocertificazione debitamente compilata.

Spostarsi sui mezzi pubblici sarà ancora più difficile vista la capienza ridotta a metà. Ma nelle zone ad alto rischio, rosse, sono anche vietati gli spostamenti tra territori e tra regioni, tranne che per lavoro, salute o accompagnare i bambini a scuola visto che anche la seconda e la terza media saranno a distanza. È fortemente “spinto” il lavoro a casa per tutti, dipendenti pubblici e privati, bloccati i concorsi - compreso quello della scuola - mentre nelle zone rosse si potrà fare attività motoria solo nei pressi di casa e saranno chiusi i circoli sportivi come ristoranti, negozi, bar, parrucchieri che invece - salvo i ristoranti - resteranno aperti nelle regioni colorate di arancio. Chiudono in tutta Italia nei weekend i centri commerciali. Così come le sale bingo, i casinò e ferme le crociere. Il tutto da domani sino al 3 dicembre, anche se - per come è andata con gli altri dpcm - non è detto.

 

La coesione

L’estenuante trattativa alla quale è stato costretto Giuseppe Conte, segnala un cambio di prospettiva rispetto alla prima ondata pandemica quando Conte scriveva pressochè da solo i dpcm. Stavolta, oltre il passaggio preventivo in Parlamento, ci sono state numerose riunioni con i capidelegazione proprio mentre al Quirinale il presidente Mattarella, insieme ai presidenti di Camera e Senato Fico e Casellati, si mettevano le basi per un meccanismo di confronto stabile tra maggioranza e opposizione. Una sorta di comitato anti-Covid nel quale tentare di fare - almeno per qualche tempo - gli statisti e mettere da parte le beghe da cortile. E così Conte, dopo aver imbrigliato le regioni, rischia di ritrovarsi a sua volta stretto in un meccanismo che, dopo il colloquio di ieri alla Camera tra Graziano Delrio (Pd) e Giancarlo Giorgetti (Lega), potrebbe vedere dentro anche il partito di Salvini interessato a dire la sua sulla legge di bilancio e sui fondi del Recovery.

Roma, la beffa del caro-tamponi: così si aggira la tariffa di 22 euro

Il vertice di maggioranza di domani non impensierisce Conte quanto la possibilità che venga meno la coesione sociale e che si scatenino rivolte nelle zone sottoposte a chiusure. Il premier sa che il problema non è - come sostiene l’ala rigorista del Pd - «la mancanza di consapevolezza sui rischi del Covid» ma la non scarsa conoscenza di qualcuno della situazione sociale ed economica che vive parte del Paese che ha stretto i denti nella prima ondata, ma che ora preferisce correre qualche rischio piuttosto che morire di fame. Prima di riunirsi nuovamente ieri sera con i capidelegazione della maggioranza, Conte ha voluto ringraziare i membri del Comitato Tecnico scientifico che ha dato parere favorevole, anche se con qualche perplessità sulla chiusura delle scuole superiori (e anche dei primi due anni delle medie in alcune regioni). Ieri si è confermato il raffreddamento della curva, con 28.244 nuovi casi positivi, il 28 per cento in più del martedì della settimana precedente, un incremento basso se si considera che invece sette giorni prima l’incremento era sopra il 100 per cento. Accettabile il numero dei tamponi (oltre 182mila con la percentuale dei positivi sempre attorno al 15 per cento), ma ci sono tre numeri a spaventare: i morti per Covid-19 sono stati 353 (117 nella sola Lombardia); i posti occupati in terapia intensiva sono aumentati di 203 unità, un numero altissimo che fa raggiungere quota 2.225.

Dpcm, ira Regioni: «Governo ci ha esautorato». Lettera a Conte e Speranza

Tutte le misure del nuovo Dpcm 

Coprifuoco - Il nuovo Dpcm dalle ore 22 fino alle 5 del mattino consente esclusivamente gli spostamenti motivati da «comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute». Come chiariranno in seguito le circolari applicative, le autocertificazioni tornano nella quotidianità degli italiani. 

Spostamenti - Non solo per le 7 ore notturne, anche la restante parte della giornata è interessata dalle misure. Il governo infatti «raccomanda fortemente» di non spostarsi, con mezzi pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.

Scuola- Confermata la didattica a distanza totale per gli studenti delle scuole superiori (solo i laboratori saranno svolti in presenza). Ma novità anche per le scuole elementari e medie. Gli studenti più piccoli infatti, potranno continuare ad andare in classe fisicamente ma dovranno indossare la mascherina sempre.

Cultura - Dopo aver resistito, non senza polemiche, a tutte le chiusure arrivate nelle scorse settimane, con il nuovo Dpcm cade anche l’ultimo avamposto culturale ancora aperto. Dall’entrata in vigore del testo infatti saranno sospese le mostre d’arte e, più in generale, tutti i numerosi servizi museali offerti nella Penisola.

Concorsi - Tra le misure stabilite per contenere la crescita dei contagi da coronavirus il governo ha inserito anche lo stop a tutti i concorsi pubblici (compreso quello in corso per la scuola già completato al 60%) e privati e di quelli indetti per l’abilitazione all’esercizio delle professioni. Salvi solo quelli utili a reperire personale sanitario.

Sport indoor - Il Dpcm conferma la sospensione degli sport dilettantistici, consentendo solo eventi e competizioni di interesse nazionale. Nei giorni scorsi, con chiarimento sul sito del ministero della Salute, è arrivato anche lo stop al tennis (finora sicuro) se praticato in campi all’interno di palloni pressostatici e tensostrutture.

Megastore - «Nelle giornate festive e prefestive sono chiuse le medie e grandi strutture di vendita nonché gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati». Megastore chiusi nel weekend quindi, ma salve farmacie, negozi di alimentari, tabacchi ed edicole al loro interno.

Trasporto pubblico - Il coefficiente di riempimento per il trasporto pubblico locale, dopo settimane di polemiche, è stato ridotto al 50% della capienza dei mezzi in questione. Tuttavia, data la differente natura del servizio offerto, resta escluso dal Dpcm, il trasporto scolastico dedicato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA