La discussione continua ad essere serrata ed una decisione sulla durata del prossimo decreto non è stata ancora presa. Il tentativo è quello di programmare le aperture sino a fine giugno in modo da dare tempo a tutti di organizzarsi, ma sulle date è ancora battaglia.
LA VALUTAZIONE
Così come lo è sulla scuola che torna in presenza «fino al cento per cento» malgrado i presidenti di regione. Questi ultimi spingono per riaprire tutto il possibile da subito, ma quando si parla di far ritornare gli studenti sui banchi - dopo quasi un anno di dad - le trovano tutte. Dalla loro hanno i provveditori che continuano a ricevere dai presidi mail nelle quali elencano i problemi che impediscono il “tutti in classe”. I dirigenti scolastici non intendono assumersi responsabilità e sono pronti in massa ad utilizzare la deroga che gli permette di lasciare parte degli studenti in dad qualora gli istituti non siano in grado di garantire il rispetto dei protocolli.
Il rischio è che lunedì si scateni il caos e che ogni regione, se non ogni città, decida in maniera diversa. Per evitare ciò oggi pomeriggio, alle 17, i “governatori” si ritroveranno con i ministri Gelmini, Speranza, Giovannini e Bianchi proprio per parlare di scuola insieme ai rappresentanti dei sindaci e delle province. Draghi non ha però nessuna intenzione di concedere deroghe e quindi nelle undici regioni che da lunedì potrebbero essere in zona gialle e nelle altre in arancione, dovrebbero tornare a scuola anche gli studenti delle superiori. Nessuna deroga anche se spetterà poi agli Uffici scolastici provinciali valutare i possibili orari d’ingresso e di uscita e coordinarsi con le amministrazioni comunali. «I problemi li affronteremo», spiega il titolare dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che difende la decisione del governo perché, ammette, «la scuola è stata per troppo tempo al margine del Paese». la presenza del ministro Giovannini conferma l’intenzione di intervenire sul problema dei trasporti che rappresenta il vero tallone d’Achille della riaperture delle scuole. Orari scaglionati, affollamento sui mezzi pubblici al 50% e la possibilità di test salivari sono le ipotesi che nel pomeriggio saranno sul tavolo.
Roma, pass vaccinale, il sistema va in tilt: solo centomila i certificati scaricati
Oltre alla riapertura delle scuole ciò che è certo del decreto è che conterrà una sorta di cronoprogramma delle riaperture.
Lombardia, Lazio e Veneto zona gialla con altre 8 regioni dal 26/4. Puglia rossa, Campania in bilico
Gli spostamenti
Anche se gli esperti continuano a consigliare prudenza per Mario Draghi «il rischio ragionato» si basa su un mix di valutazioni sanitarie ed economiche e l’intenzione è quello di mettere nero su bianco un decreto che permetta a tutti di sapere con qualche certezza cosa e quando fare. Nella valutazione dei rischi ragionati si tiene conto dell’andamento della campagna vaccinale, della curva dei contagi - che potrebbe alla lunga rialzarsi - e della situazione delle terapie intensive. Oggi si riunirà anche il Comitato tecnico scientifico che dovrà mettere a punto i protocolli per le riaperture, valutare le ulteriori richieste delle regioni e affrontare anche il nodo del pass i cui tempi non si prevedono brevissimi e nel frattempo si dovrà utilizzare il certificato del tampone o del vaccino - insieme all’autocertificazione - per spostarsi di regione.
La questione del coprifuoco, legata alla riapertura dei ristoranti che hanno tavoli all’aperto, continua ad essere sollevata dalla Lega e da tutti i presidenti di regione del centrodestra. E’ però difficile che il presidente del Consiglio voglia concedere di più di quanto esposto venerdì scorso in conferenza stampa. «Avevamo promesso di fare un tagliando a metà aprile e abbiamo mantenuto la parola», sostiene il ministro Gelmini che spinge sulla «gradualità» delle riaperture che comunque seguiranno l’andamento dei contagi regione per regione. In attesa del consiglio dei ministri che varerà il decreto domani o giovedì, ben undici regioni sperano di poter ricevere il colore “giallo” già da venerdì quando ci sarà il consueto monitoraggio.