Giustizia, Covid: le prime mosse del governo Meloni. «Ora le bollette». Stretta sui rave, i medici no vax tornano in corsia (con le mascherine)

Il Cdm vara un testo su ordine pubblico, giustizia e pandemia. Le scelte sul Covid: «Basta con l’ideologia, seguiremo la scienza»

Giustizia, Covid: prime mosse del governo Meloni. «Ora le bollette». Medici no vax tornano in corsia (con le mascherine)
di Francesco Bechis
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Martedì 1 Novembre 2022, 00:04 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 08:45

 Un decreto sulla giustizia e sulla pandemia. Una stretta contro i rave illegali. La chiusa sulla squadra di governo con sottosegretari e viceministri e infine l’annuncio delle misure contro il caro-bollette in arrivo venerdì. «Avevamo promesso che saremmo andati veloci, e veloci siamo». 

Lo sprint

Giorgia Meloni preme sull’acceleratore. È un decreto legge di peso il primo banco di prova della premier e del nuovo governo. «Molto importante», ha spiegato lei ieri pomeriggio in conferenza stampa affiancata dai ministri Carlo Nordio (Giustizia), Matteo Piantedosi (Interno), Orazio Schillaci (Salute) e dal sottosegretario a Palazzo Chigi Alfredo Mantovano, a cui già nel prossimo Cdm potrebbe essere affidata la delega ai Servizi segreti. 
«Personalmente quasi simbolico», aggiunge. Perché nel testo licenziato dalla prima riunione operativa dell’esecutivo c’è la riforma dell’ergastolo ostativo che stringe le maglie della precedente normativa sui detenuti condannati per reati mafiosi o di terrorismo. 
«Ho cominciato il mio impegno politico all’indomani della strage di via d’Amelio - esordisce il presidente del Consiglio - molto si è discusso di lotta alla criminalità organizzata, sono contenta e fiera del fatto che il primo provvedimento contenga una norma che va esattamente in questo senso». 
Nei fatti, è quasi una riedizione del testo approvato dal Parlamento lo scorso 31 marzo (con l’astensione di FdI) e poi non riconvertito. Scelta imposta dai tempi, strettissimi, con la scadenza fissata all’8 novembre, quando si riunirà la Corte Costituzionale che aveva chiesto di conformare la normativa vigente a una sentenza della Consulta del 2021, pena la sua decadenza. Ma il nuovo Parlamento, ha precisato Meloni, avrà «tempo per convertirla o ragionare sui miglioramenti». 
Così come tempo sarà dato agli uffici giudiziari italiani per adeguarsi alla riforma Cartabia: l’entrata in vigore, prevista per oggi, slitta di due mesi, al 30 dicembre, «rispetteremo comunque le scadenze del Pnrr», assicura Giorgia. 

Nel primo maxi-decreto c’è anche un allentamento delle restrizioni anti-Covid. Eccola, la «discontinuità» promessa dalla premier. Restano le mascherine obbligatorie negli ospedali e nelle Rsa (nel rispetto della moral suasion del Quirinale con il monito di Sergio Mattarella a tutelare «gli anziani e i più fragili»). Tornano in corsia invece i medici no-vax, a dare ossigeno a una Sanità a corto di personale. «Questo ci consente di prendere 4mila persone e rimetterle al lavoro», è il bilancio di Meloni che sulla pandemia promette «un approccio non ideologico ma scientifico, serio». 
Pragmatico è anche l’intervento lampo del governo per interrompere dopo meno di due giorni il rave illegale in provincia di Modena e prevenire i prossimi.

Nel decreto la stretta con una nuova norma anti-raduni, «un nuovo reato contro l’incolumità pubblica», annuncia Meloni rivendicando «che lo Stato c’è e non si fa mettere i piedi in testa» dopo anni, dice, in cui «è stata data un’impressione di lassismo sulla legalità». E a chi le chiede se il pugno duro vale anche per il raduno fascista a Predappio di domenica risponde senza smarcarsi. «Politicamente è una cosa distante da me in maniera molto significativa». 

La squadra

Per frenare il caro-bollette bisogna invece aspettare il Cdm di venerdì prossimo, avvisa la premier che giovedì sarà a Bruxelles per un Consiglio europeo decisivo sulla partita del gas. Anche se nella maggioranza c’è chi mostra cautela sui tempi per un decreto salva-imprese e famiglie. 
Ieri si è chiusa intanto la partita per comporre la squadra di governo. Meloni ha iniziato la conferenza stampa leggendo la lista dei sottosegretari: 9 alla Lega, 6 a FI, due ai centristi e i restanti a FdI. Giureranno domani, venerdì saranno nominati i viceministri (2 a testa tra Lega e FI, 4 a FdI). Giorgia racconta «un clima di grande entusiasmo» in Cdm e spiega i criteri dietro la scelta, tra cui «rappresentanza femminile e territoriale». Squadra unita, assicura la leader. A cui fanno eco le reazioni dalla maggioranza sull’uscio di Palazzo Chigi, da Matteo Salvini che esulta per un «governo che torna a far rispettare le regole» fino a Licia Ronzulli da FI, «sono state scelte figure di grande spessore e dalle indubbie capacità». La premier da parte sua chiude con un augurio: «Mi aspetto lealtà e compattezza. E la sto riscontrando». 

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