Nordio: «Intercettazioni, troppi abusi. Carriere separate e arresti decisi da un collegio di giudici»

Il programma del ministro: modifiche al codice penale e alla Costituzione

Nordio: «Intercettazioni usate per delegittimare, interverremo»
di Valentina Errante
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Martedì 6 Dicembre 2022, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 09:40

Parte dalle criticità della giustizia come freno per l’economia il ministro Carlo Nordio per annunciare, davanti alla commissione del Senato, la sua rivoluzione nel processo penale e l’attuazione della riforma di quello civile entro il prossimo 30 giugno. E, a fronte di ritardi e disfunzioni che provocano una perdita pari al 2 per cento del Pil, spiega come intenda rivedere il codice per adeguarlo al dettato costituzionale con una “riforma garantista e liberale” da realizzare anche con una “revisione della Carta”.

Procede per punti, il ministro: si parte dalle intercettazioni, un inutile spreco per Nordio, diffuse anche per “delegittimazione personale e spesso politica”, poi la presunzione di innocenza che continua a essere “vulnerata in molti modi”, l’azione penale, che è “diventata arbitraria e capricciosa”, la custodia cautelare, usata come “strumento di pressione investigativa” e la separazione delle carriere, perché è inconcepibile, dice, che pm e giudici appartengano al medesimo ordine.

Infine l’abolizione di reati che paralizzano la pubblica amministrazione, come l’abuso d’ufficio. Linee programmatiche che il premier Giorgia Meloni, da Tirana, commenta: “Io penso che la riforma della giustizia sia prioritaria, non sono l’unica a pensarlo. L’approccio disegnato da Nordio è ovviamente un approccio che il governo condivide, ha aggiunto la premier Meloni parlando con i giornalisti a Tirana”. 

INTERCETTAZIONI

Da strumento per la ricerca della prova, le intercettazioni sono diventate strumento di prova, sottolinea il ministro che spiega perché sia indispensabile limitarle: “In Italia - dice - il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche, fino al trojan e un domani ad altri strumenti, è di gran lunga superiore alla media europea, e ancor più rispetto a quello dei paesi anglosassoni. Il loro costo è elevatissimo, con centinaia di milioni di euro all’anno. Gran parte di queste si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla. Non si è mai vista - aggiunge - una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni”. Ma il ministro punta il dito anche sulla diffusione “selezionata e pilotata”, definendole «violazioni blasfeme dell’articolo 15 della Costituzione». “Sarò estremamente rigoroso - annuncia - ogni qualvolta un domani usciranno violazioni del segreto istruttorio in tema di intercettazioni, l’ispezione sarà immediata e rigorosa. Non è ammissibile che le conversazioni che riguardano la vita privata di cittadini che non sono nemmeno indagati finiscano sui giornali”. 

SEPARAZIONE CARRIERE

E nel discorso programmatico di Nordio torna anche la spinosa questione della separazione delle carriere: “Non ha senso che il pm appartenga al medesimo ordine del giudice perché svolge un ruolo diverso”. Poi spiega: “Con il codice di procedure penale dell’88, il cambiamento è stato sostanziale: «il pm è una parte pubblica, ma pur sempre una parte. Dunque non ha senso che appartenga in tutto e per tutto al medesimo ordine del giudice”. Il ministro fa cenno alle modalità d’accesso alla magistratura: una revisione dell’insieme “è ineludibile”, secondo Nordio. Ma le modifiche potrebbero riguardare anche i giudizi disciplinari per le toghe, perché i componenti della sezione disciplinare, sottolinea, “sono eletti con criteri di appartenenza correntizia dagli stessi magistrati che poi giudicano”. L’ipotesi è lo spostamento del giudizio disciplinare dal Csm a una Corte terza.

ABUSO D’UFFICIO

Il ministro della Giustizia torna sulla riforma dell’abuso d’ufficio che genera, dice, un atteggiamento attendista negli amministratori intimoriti: “Abbiamo statistiche a dir poco allarmanti - sottolinea - 5400 procedimenti nel 2021 si sono conclusi con 9 condanne davanti al gip e 18 in dibattimento, poco più di una ventina in tutto”. Questi processi “hanno un costo in termini di risorse umane e materiali insostenibile”. 

CUSTODIA CAUTELARE

Nell’ottica di una riforma garantista, il Guardasigilli annuncia anche un “revisione” della custodia cautelare: “Il paradosso più lacerante - sottolinea - è che, tanto è facile oggi entrare in prigione prima del processo, da presunti innocenti, quanto è facile uscirne dopo la condanna, da colpevoli conclamati. E spiega, per decisioni più ponderate, sarebbe “più ragionevole spostare la competenza dal gip a una sezione costituita presso la Corte d’Appello, con competenza distrettuale”. Sottolinea che spesso gli arresti vengono usati come strumenti di pressione investigativa.

CARCERI

Ma gli interventi riguarderanno anche le carceri dopo “il dolore per la sequenza di suicidi”, Nordio annuncia che il ministero si sta attivando per limitare i tagli previsti dalla legge di bilancio. Il ministro promette attenzione alle salute dei detenuti e punta sulle pene alternative: “Certezza e rapidità della pena non significano sempre e solo carcere”, anche il numero delle condanne è incompatibile con la capienza del sistema carcerario. Quindi oltre a un potenziamento delle strutture per i reati minori, per il ministro, più concreta l’esecuzione di una pena alternativa. 
 

 

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