Massimo Castaldo: «Non siamo isolati, alcuni Stati segretamente sperano che Roma vinca il braccio di ferro»

Massimo Castaldo: «Non siamo isolati, alcuni Stati segretamente sperano che Roma vinca il braccio di ferro»
di Simone Canettieri
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Domenica 25 Novembre 2018, 11:57
Fabio Massimo Castaldo, vicepresidente del parlamento europeo del M5S, visti i paletti imposti da Di Maio e Salvini, il vertice di Conte con Juncker rischia di essere depotenziato?
«Al contrario, crediamo che possa essere un'utile occasione di confronto. Noi manteniamo saldo il canale del dialogo, ma l'Europa deve capire che per essere un attore geopolitico rilevante deve avere un'Italia forte. Le ricette basate sull'austerity dei vari Moscovici e Dombrovskis hanno clamorosamente fallito».

Ma nemmeno le proiezioni della manovra sono confortanti.
«Attenzione: nel 2011 il debito era al 116,5% del Pil e il deficit al 3,7%. L'anno dopo, il deficit cala al 2,9% ma il debito esplode al 123,3% del Pil nonostante la manovra lacrime e sangue di Monti. E il trend ha continuato fino a passare il 130%. Questo dimostra che non necessariamente abbassando il rapporto deficit/pil si riduce il rapporto debito/pil, anzi. E i cittadini europei, non solo italiani, sono stanchi di fare simili sacrifici senza ottenere i risultati. E i partiti di Moscovici e Dombrovskis sono stati duramente puniti».

Ma l'Italia come può venir incontro all'Europa?
«Si può discutere di come modulare al meglio le nostre proposte, mantenendo però saldo l'impianto della manovra. Sul fronte delle garanzie abbiamo già confermato di essere pronti a mettere in vendita immobili e partecipazioni non strategiche ma anche a intensificare ulteriormente gli sforzi contro sprechi e privilegi. Inoltre, mettiamo sul tavolo la riforma contro la corruzione, la più incisiva degli ultimi decenni».

Lo spread la preoccupa?
«Nessuno nasconde che sarebbe meglio se non fosse così alto».

Quindi?
«Ci stiamo adoperando per rasserenare i mercati e dotarci di ulteriori strumenti difensivi, a partire da alcuni emendamenti a firma M5s che permetteranno a banche e assicurazioni non quotate di essere esonerate dagli obblighi di bilancio internazionali. Ciò faciliterà l'accesso al credito».

Se dovesse rimanere alto lo spread e i titoli di Stato entrare in sofferenza è possibile rivedere la manovra?
«Reddito di cittadinanza e quota 100 sono e restano delle colonne portanti fondamentali».

L'Italia non rischia l'isolamento?
«No. Siamo in Europa e intendiamo restarci. Nonostante le forti pressioni franco-tedesche sfociate nella bocciatura, in Consiglio più di qualche Stato ha espresso comprensione per le nostre ragioni e, sotto sotto, segretamente spera che si possa aprire un nuovo approccio più espansivo e anti-ciclico».

Non è colpito dalle prese di posizione di Austria e Olanda contro l'Italia? Significa che il modello, caro alle Lega, non funziona?
«Vorrei ricordare che in Olanda c'è un premier liberale alleato di Macron, in Austria un cancelliere appartenente alla famiglia politica del Ppe e strettamente alleato con la Merkel. Tuttavia mi sembra evidente che i partiti che vengono definiti sovranisti sono tra i più fieri avversari della Manovra del Popolo e dell'Italia, con buona pace dei loro ammiratori. Su questo qualcuno forse dovrebbe fare autocritica. Chi si allea con i falchi dell'austerity dovrà poi giustificarlo agli occhi dei cittadini».

Tutti i sondaggi vi danno sorpassati di 10 punti dalla Lega. L'accordo non vi giova, no?
«Il governo Conte è l'unico fra i grandi Paesi europei a godere di un alto consenso popolare. Per quanto riguarda il M5S, si ricorda prima delle elezioni cosa dicevano i sondaggi? Tutti sappiamo poi come è andata a finire».
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