Stop ai bimbi in carcere con le mamme recluse: ecco cosa cambia con la nuova legge (e il ruolo delle case famiglia)

Lo scopo è quello di superare la normativa in vigore, quella che una decina di anni fa istituiva gli Istituti di detenzione attenuata

Stop ai bimbi in carcere con le mamme recluse: ecco cosa cambia con la nuova legge (e il ruolo delle case famiglia)
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Martedì 31 Maggio 2022, 16:44

Niente più carcere per i bambini piccoli, figli di madri detenute: arriva il primo sì della Camera. Va avanti l’iter della proposta di legge che punta a promuovere il modello delle case famiglia e ad escludere che le madri e i figli conviventi di età inferiore ai sei anni restino reclusi. La proposta di «Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori» - a prima firma del deputato dem Paolo Siani (relatore Walter Verini) - è stata oggi in discussione nell’Aula di Montecitorio.

L’obiettivo

Lo scopo - come ha spiegato Siani - è quello di superare la normativa in vigore, quella che una decina di anni fa istituiva gli Istituti di detenzione attenuata.

Se la nuova norma avesse anche l’ok del Senato (e non di dovrebbero essere sorprese vista la larga maggioranza a favore del provvedimento), le mamme che hanno con sé un bambino fino a 6 anni sarebbero collocate in case famiglia protette, «dove il bambino non ha alcuna percezione di vivere in un carcere, può crescere meglio e avere migliori rapporti con la sua mamma, che è sicuramente più serena e più pronta anche a cambiare e a redimersi», perché «lo sviluppo del cervello di un bimbo è più veloce nei primi due anni di vita e molto influenzato dall’ambiente in cui vive. E sarà influenzato in maniera positiva se l’ambiente è stimolante, mentre se cresce in un carcere il suo cervello avrà solo effetti tossici».

La direzione di Cartabia

In attesa dei passaggi al Senato e poi nuovamente alla Camera, si compie un ulteriore passo, quindi, verso la direzione indicata anche dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia: mai più bambini in carcere. Approvando la legge Siani sarebbe reso assoluto il divieto di applicazione di custodia cautelare in carcere anche per la donna incinta. Ma allo stesso tempo, in presenza di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, è comunque previsto il ricorso agli istituti a custodia attenuata per detenute madri.

Vale anche per i papà

La nuova legge prevede misure analoghe anche per i padri, qualora la madre sia deceduta o assolutamente impossibilitata a dare assistenza alla prole. La proposta di legge interviene anche sull’istituto del rinvio dell’esecuzione della pena, introducendo delle modifiche, ma soprattutto sulla disciplina delle case famiglia protette che si vogliono promuovere tramite la stipula da parte del ministero competente di convenzioni con gli enti locali (per individuare le strutture idonee). Dopo il via libera definitivo del Senato «le case protette saranno l’unica scelta per far scontare la pena a una donna in gravidanza o con un bambino fino a sei anni di età, salvo esigenze cautelari di eccezionale rilevanza», spiega ancora Siani, «il Parlamento vuole lottare per tutte le persone innocenti, in primis i bambini. È una questione di civiltà». Di «traguardo molto importante» ha parlato, poco prima del voto, anche Verini che del Pd è l’esperto nel settore giustizia.

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