Molteni, il sottosegretario leghista: «Sui migranti non si cambia, Di Maio lo spiegherà ai suoi»

Molteni, il sottosegretario leghista: «Sui migranti non si cambia, Di Maio lo spiegherà ai suoi»
di Valentina Errante
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Lunedì 22 Ottobre 2018, 07:33 - Ultimo aggiornamento: 14:12
«Il decreto sicurezza non si tocca». Il sottosegretario all'Interno Nicola Molteni lo ribadisce: «Non arretreremo di un passo sull'impianto del provvedimento, che non potrà essere svuotato del proprio contenuto». E così anche se l'accordo in Cdm non è stato trovato sulla questione, al Viminale sono certi che adesso Di Maio mostrerà il suo ruolo di leader e riporterà i Cinquestelle dissidenti nei ranghi dell'alleanza, che comporta anche qualche rinuncia. Ossia convincerà i suoi a ritirare buona parte di quegli ottantuno emendamenti al testo presentati dai Cinquestelle. Ma la Lega non intende cedere neppure su legittima difesa e sul ddl che porta proprio il nome del sottosegretario: chi sia accusato di reati di particolare gravità sociale non dovrebbe essere ammesso al rito abbreviato.

L'avere ceduto sul condono fiscale significa avere blindato il decreto sicurezza?
«Si troverà l'accordo. Ci si confronterà anche sul decreto sicurezza e immigrazione, lo abbiamo fatto in questi quattro giorni e di certo troveremo un'intesa. Quel decreto ha dei contenuti basilari e non si tocca, può essere rivisto con il contributo di tutti, ma è chiaro che l'impianto deve rimanere quello di partenza».

I Cinquestelle hanno presentato 81 emendamenti.
«Riccardo Fraccaro (ministro per i Rapporti con il parlamento M5s ndr) li ha definiti ottantuno buone idee. Peccato che alcuni smontino completamente il decreto. E procedano nella direzione opposta: ossia quella di spuntare questo provvedimento. Per me sono solo 81 idee. Ci sono 14 o 15 emendamenti concordati tra Lega e Cinquestelle e quelli passeranno. Ma i principi cardine non si toccano».

Quali sono i punti sui quali non intendete arretrare?
«La tipizzazione dei permessi umanitari, l'accelerazione della procedura di richiesta di asilo, con l'eventuale allontanamento dal Paese per i richiedenti asilo che siano anche solo accusati di reati di particolare pericolosità sociale, e la riserva di accoglienza nel sistema Sprar per i soli titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non accompagnati».

E gli emendamenti che vi convincono quali sono?
«Per esempio, nel caso di chi abbia ottenuto il permesso in seguito a un cataclisma nel proprio paese potrà vederselo prorogare di altri sei mesi, qualora la situazione di calamità permanga. Poi la tracciabilità e la pubblicizzazione dell'impiego dei soldi utilizzati dalle coop che si occupano di accoglienza. Saranno gestite all'insegna della trasparenza».

Pensa che ci saranno altri scontri?
«Io credo che la ragionevolezza e la lealtà prevarranno. Il Movimento Cinquestelle è consapevole che per noi è un testo fondamentale, come lo è per il Paese».

Nei Cinquestelle c'è un'anima molto distante dalle posizioni della Lega.
«Credo che Di Maio eserciterà il suo ruolo di leader e gestirà con intelligenza e capacità le varie opinioni. Tra l'altro si tratta soltanto di una piccola frangia. Abbiamo trovato molti punti di contatto, ora serve che Di Maio faccia quello che deve fare. Era nel contratto di governo, è stato fatto per il reddito di cittadinanza, così sarà per sicurezza e immigrazione. Di Maio ha detto che sull'immigrazione si troverà un accordo, quindi presumo che avverrà nei prossimi giorni, l'esame in commissione è previsto per questa settimana. Non stiamo smantellando il sistema, semplicemente riusciremo a renderlo efficiente. Mentre i numeri degli sbarchi continuano a scendere».

E sulla legittima difesa e la proposta Pillon?
«L'altro tema per noi fondamentale è la legittima difesa, il testo è stato approvato in commissione al Senato e ci aspettiamo che sia quello definitivo. Arriverà in aula questa settimana. L'altro punto su cui c'è l'accordo è il ddl che porta la mia firma e prevede l'inapplicabilità del rito abbreviato in caso di reati particolarmente gravi».

Mi sembra che invece l'accordo non ci sia sulla prescrizione. Anche quello era previsto dal contratto.
«Sarà un tema di confronto. Io sono un tifoso della ragionevole durata del processo. La questione si può risolvere rendendo i processi più veloci. Quanto alla proposta Pillon, penso che dovrà essere ridiscussa. Intanto portiamo a casa questi risultati».
 
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