Sindaco di Riace arrestato, Mimmo il fuorilegge e la rete degli sponsor buonisti

Sindaco di Riace arrestato, Mimmo il fuorilegge e la rete degli sponsor buonisti
di Mario Ajello
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Mercoledì 3 Ottobre 2018, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 07:34
Il suo più grande sponsor, Roberto Saviano, twitta una frase di Bertolt Brecht: «Quando l'ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere». Suvvia, che paroloni! E comunque Mimmo Lucano, «l'anarchico dell'accoglienza dei migranti», secondo auto-definizione, e siamo sempre nel campo della magniloquenza - già da prima era l'eroe del politicamente corretto e ora lo è diventato ancora di più. Anche grazie a Salvini il quale, da ministro dell'Interno, poteva evitare di gioire per i guai di questo partigiano calabrese della «disobbedienza civile» che si sente uno spirito più alto e più nobile dello spirito della legge. Quello che ha portato ai domiciliari Mimmo il don Milano calabrese, il sindaco di Riace immaginata come Macondo. O come - di nuovo: suvvia! - la Città del sole di Tommaso Campanella, che era di queste parti.

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O come, scendendo di livello ma avvicinandosi alla realtà, una micro-comunità mediaticissima del volemose bene (pure il Papa ha accolto Mimmo chiamandolo «caro fratello sindaco» e la rivista Fortune lo ha inserito nella lista delle persone più influenti del mondo) in chiave multi-culti e equo-eco-solidale (ma illegale). Con il Che in tutte le salse sui muri del paese e Guevara anche impresso nelle banconote alternative, cioè nei buoni-spesa che nel pueblo anarco-socialista di Mimmo fungono da moneta parallela per immigrati e indigeni. E non si capisce se ci si trova nella locride più profonda, tra collinette, ulivi e dirupi, o in uno di quei villaggi guerriglieri delle Ande, anche se qui - nella nduja combat - si professa la pace più arcobaleno che ci sia. «Con Riace vince l'Italia che resiste, vince la gente che comincia a schierarsi contro la barbarie di Salvini», è il credo del Subcomandante Mimmo. Il quale, sindaco dal 2004 e prima con i curdi, poi con gli iracheni e dopo con gli altri immigrati ha ripopolato il paese spaesato dall'emigrazione ribattezzandolo Modello Riace, si vanta di essere un «fuorilegge dolce» che «disobbedisce alle leggi balorde». Come un rappresentante delle istituzioni non dovrebbe fare.

E comunque, prima di Salvini, il contrasto è stato con il ministro Minniti. Accusato da Mimmo di contrastare la sua Città del Sole, di volergli fare le pulci sui conti, di avergli attizzato contro i giudici e «dal maggio 2006 - ripete sempre il sindaco - non riceviamo un euro dalla Prefettura. Abbiamo un sistema che funziona ma cominciamo a pensare che dia fastidio». Gli immigrati lavorano - e infatti in queste ore nelle vie del paesello sono disperati e c'è chi piange dicendo: «Ci hanno tolto papà», cioè Mimmo - ma al costo di qualche regola aggirata, secondo l'accusa, dal Lucano. Di cui Salvini, in visita lo scorso giugno a Riace, ha detto: «Al sindaco non dedico neanche mezzo pensiero. Zero, è zero». E il Carroccio calabrese lo accusa di aver portato il Comune al dissesto finanziario. Era un simbolo dei 5 stelle ma ora anche loro lo hanno scaricato e Carlo Sibilia ieri è andato giù duro: «A Riace più indagati che integrati». Lui ora è agli arresti nella palazzina di famiglia, a due piani, dove vivono anche il padre 92enne e il fratello. E dove nel 1998, quando arrivarono nel paesello i primi migranti, parevano rom ma erano curdi, lui se ne portò 11 a vivere in casa sua.

IL SANTINO
Da quel momento, nella terra dei Bronzi di Riace, cominciò una parabola politica e umana in cui la mistica alternativa s'intreccia con predicazione buonista e socialisteggiante. Perciò adesso a questa vicenda viene applicato il solito schema di comodo tra fascismo (Salvini) e anti-fascismo (Mimmo e il numeroso esercito dei suoi paladini sparsi lungo la Penisola e anche fuori: Al Jazeera gli ha dedicato benevoli servizi) e invece bisognerebbe parlare di un fatto: che nessun sindaco può improvvisarsi sensale di matrimoni di convenienza e la cittadinanza non può essere concessa con un raggiro, per di più rivendicato. Il risultato è che il massimo sacerdote del terzomondismo italo-sudista - Wim Wenders oltre che al Papa ha dedicato un documentario anche a Mimmo intitolandolo «Il volo» - adesso è «tentato di mollare tutto». Ma naturalmente si sente insostituibile come un bonzo. Il bonzo di Riace.
 
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