Meloni e Salvini, caso migranti: così premier e vice hanno ritrovato l'intesa. Obiettivo: pene più severe per gli scafisti e corridoi umanitari potenziati

Premier e vicepremier condividono la linea sull'emergenza. Domani cdm a Cutro

Meloni e Salvini, intesa sui migranti: pene più severe per gli scafisti e corridoi umanitari potenziati
di Mario Ajello
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Marzo 2023, 09:46 - Ultimo aggiornamento: 09:53

Sembrava uno scoglio insormontabile, per Giorgia Meloni e Matteo Salvini, lei più problematica e lui convinto di voler introdurre di nuovo i decreti duri  che portano il suo nome, quello della nuova ondata dei migranti. Ovvero gli arrivi dall’est che hanno  portato alla tragedia di Cutro e che non sono destinati ad esaurirsi  perché altri flussi sarebbero in arrivo. L’intesa tra Meloni e Salvini, dopo le differenze e le sofferenze di questi giorni, si è trovata.

Migranti, Piantedosi alle Camere: «Dramma per una virata degli scafisti». Domani Cdm a Cutro

Meloni e Salvini, intesa sui migranti

E prevede: pene più alte per gli scafisti.

Cioè una aggravante che le inasprisce ancor più in caso di morte dei migranti. Non solo. Meloni e FdI con il ministro Lollobrigida e con il resto del partito insistono dall’indomani della strategia di Cutro  sul potenziamento dei corridoi umanitari che è poi la richiesta che soprattutto gli industriali del Nord fanno da tempo  perché a corto di personale  nelle fabbriche e nelle aziende.  Altra ancora: procedure più snelle per chi ha diritto di asilo. Si questi punti Meloni e Salvini hanno  trovato la convergenza.

CDM A CUTRO

A Cutro la premier arriverà così con un provvedimento unico. Capace di comprendere il «pugno duro» sugli scafisti voluto dalla Lega e il rafforzamento delle misure di accoglienza degli immigrati regolari. È questa la sintesi che è stata trovata  dopo un faccia a faccia tra premier e vicepremier. Un modo tra l’altro per blindare il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi . E anche un modo per non dare l’impressione che Meloni volesse commissariare Piantedosi su questo dossier e trattarlo direttamente lei anche in sede Ue. Si è imbastita insomma una soluzione. Anche se la situazione resta politicamente complessa. La linea comune è quella espressa in Parlamento ieri da Piantedosi, ossia che il naufragio di Cutro «non può essere responsabilità della Guardia costiera né della Guardia di finanza che hanno operato con correttezza», che «non ci sono state carenze nelle operazioni di soccorso» e che, come sostenuto dal ministro, «la tragedia è stata causata dal comportamento criminale degli scafisti».

 

IL DECRETO

Una cosa è certa: dopo giorni di esitazioni ora c’è un accordo sullo strumento normativo da adottare nel Consiglio dei ministri che si terrà domani  pomeriggio a Cutro. Un decreto unico e omogeneo che risponda agli auspici di papa Francesco ma soprattutto del capo dello Stato, per evitare imbarazzanti bocciature. Lo scoglio è stato dunque superato parlandosi tra Giorgia  e Matteo: questo il mood delle rispettive diplomazie. Ma tutti sanno che sul tema immigrazione le difficoltà continueranno ad esserci e la prima si chiama scarso coinvolgimento della Ue in questa materia. Palazzo Chigi però  non demorde ed è fiducioso sul fatto che Bruxelles non potrà che sostenerci su questo fronte perché il problema non riguarda solo l’Italia ma sta diventando sempre più chiaro che è un problema di tutti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA