Migranti, l'Italia non firmerà il "global compact". Salvini: deciderà il Parlamento

Migranti, l'Italia non firmerà il "global compact". Salvini: deciderà il Parlamento
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Mercoledì 28 Novembre 2018, 14:57 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 11:17

Il governo italiano non andrà in Marocco alla conferenza internazionale sulle migrazioni che si terrà il prossimo 10 e 11 dicembre e non sottoscriverà il "Global migration compact" senza prima un pronunciamento del Parlamento. Il "Patto globale per la migrazioni" è il primo accordo negoziato intergovernativo, stilato sotto l'egida delle Nazioni Unite, per garantire una gestione completa dei fenomeni migratori internazionali a livello locale, nazionale, regionale e globale.

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Il patto, che non è un atto giuridicamente vincolante, mira a contrastare i fattori negativi e strutturali che impediscono alle persone di costruire e mantenere mezzi di sostentamento nei paesi di origine e intende ridurre i rischi e le vulnerabilità che gli individui affrontano nelle diverse fasi della migrazione. Altri Paesi che non aderiranno, oltre all'Italia, sono Stati Uniti, Austria e Ungheria. 

«Come hanno fatto gli svizzeri che il "Global compact" lo hanno portato avanti fino a ieri e poi hanno detto "fermi tutti", così il governo italiano non firmerà alcunchè e non andrà a Marrakech. Deve essere l'Aula a discuterne. Il governo italiano farà scegliere il Parlamento», ha detto alla Camera il ministro degli Interni Matteo Salvini durante l'esame degli odg al decreto Sicurezza.

 



«È una scelta, noi avremmo potuto fare le scelte che hanno fatto altri governi prima del nostro. A differenza di qualcun altro che ha messo decine e decine di fiducie senza far parlare nessuno, su questo lascerà che sia il Parlamento a pronunciarsi. Se poi a voi non interessa è un vostro problema: Lega, Fdi, M5S e Fi ne discuteranno. Se voi siete ostili a questo approccio il problema è solo del Pd», ha concluso Salvini.

«Il Global Compact è assolutamente compatibile con la nostra strategia, ho condiviso il piano con i miei partner Ue, non ho cambiato idea» rispetto alla valutazione espressa all'Assemblea Onu ma essendo un documento che ha valore politico abbiamo convenuto che forse è giusto creare un passaggio parlamentare, in cui far condividere da parte di tutti ciò che stiamo facendo», ha detto il premier Giuseppe Conte.

«Il Global migration compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: riteniamo opportuno, pertanto, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all'esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. A Marrakech, quindi, il Governo non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato», si legge inoltre una nota del premier.

«Come ha ribadito Conte, il Global Compact è un documento che pone temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini: è opportuno, parlamentarizzare il dibattito e rimettere le relative scelte all'esito di tale discussione, come pure è stato deciso dalla Svizzera. È corretta la scelta del Governo che a Marrakech non parteciperà, riservandosi di aderire o meno al documento solo quando il Parlamento si sarà pronunciato dopo un approfondito dibattito». Così i parlamentati M5s delle Commissioni Esteri e il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano.

«Il comportamento del premier Conte sul Global Compact è vergognoso. Ha preso impegni internazionali che ora si rimangia, il governo si è spaccato nella sostanza e ha cercato di scaricare sul Parlamento le sue divisioni, mentre l'Italia anche così diventa sempre più lo zimbello globale». Così il candidato alla Segreteria del Partito democratico Maurizio Martina, uscendo da Montecitorio.

«Il Presidente Conte all'Onu dice che l'Italia voterà a favore del Global Compact sull'immigrazione, il ministro Moavero ripete lo stesso in Aula. Ma il M5S vota a favore di un ordine del giorno che smentisce Conte. Salvini
annuncia che l'Italia voterà no e i 5stelle piegano il capo come sempre». Lo scrive su Twitter Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd della Camera.

Flash mob di Fratelli d'Italia davanti palazzo Chigi per dire no al Global compact. Alla manifestazione ha partecipato anche la leader del partito, Giorgia Meloni. In piazza Colonna i manifestanti hanno srotolato un grande striscione con la scritta «L'Italia dica #Noglobalcompact- Stop invasione».

«Come c'era da aspettarsi, il governo italiano intende unirsi a Trump per boicottare il Global Compact sulle migrazioni promosso dalle Nazioni Unite: l'ennesimo attacco al multilateralismo, quando un approccio globale e condiviso all'immigrazione, così come al cambiamento climatico, sarebbe quanto di meglio l'Italia possa auspicare». Lo affermano in una nota congiunta Benedetto Della Vedova e Costanza Hermanin di +Europa. «Il governo Conte - proseguono - si schiera con chi decide di bloccare ogni approccio internazionale alla gestione del fenomeno, destinando l'Italia a far fronte da sola e con decisioni completamente inadeguate, come quelle adottate col decreto Salvini, alle sfide globali. Una scelta isolazionista che sarà controproducente da tutti i punti di vista e allontanerà la possibilità di una gestione europea e pragmatica dei flussi migratori che coinvolgono il nostro paese. C'è da chiedersi se il Governo non pianifichi di adottare una stessa strategia per la Conferenza sul Cambiamento Climatico, che si terrà in contemporanea con quella di Marrakech, dove Trump ha pure già tracciato la strada per un abbandono dell'approccio multilaterale».

«Nessun Paese può gestire le migrazioni da solo», ha sottolineato Anne Gallagher presidente dell'International Catholic Migration Commission. «L'unico modo per far funzionare l'immigrazione per tutti è lavorare tutti insieme. Quindi, abbiamo questo processo, il Global compact che dà a 192 Paesi la possibilità di mettersi insieme sui principi base. Quello che abbiamo è basato su due comprensioni fondamentali. La prima, nell'interesse di ciascuno è meglio avere una migrazione regolata; il secondo assunto abbiamo una responsabilità nell'immigrazione irregolare».

 

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