Sono state - tra elogi e critiche - uno dei marchi più riconoscibili dell'amministrazione di Virginia Raggi. Ma ora sulle piste ciclabili si apre il fronte di scontro ferragostano tra i principali candidati per il Campidoglio. Ad aprire il dibattito sulle corsie riservate alle biciclette è stato Enrico Michetti, rinfocolando un dibattito da anni molto acceso in città: «Le piste ciclabili non devono essere una moda - sostiene il candidato di centrodestra - Non debbono creare disagi alla mobilità o costituire un pericolo per il cittadino». Quindi, la proposta da mettere in campo in caso di elezione: «Rimuoveremo tutte le ciclabili che hanno previsto il parcheggio delle auto al centro della strada in vie ad alto scorrimento - sottolinea Michetti - Mentre realizzeremo altri percorsi ciclabili in aree in cui non si procurino rischi all'utenza o intralci alla circolazione stradale. Così come sono state concepite in alcune strade sono molto pericolose, e vedere le auto parcheggiate in mezzo alla strada dimostra che non è stata una buona idea».
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Il dibattito
Insomma, l'avvocato punta a fermare il piano straordinario sulla mobilità sostenibile, con da 150 chilometri di ciclabili previste su vie principali e itinerari strategici della città: da via Pineta Sacchetti alla Tuscolana, passando per via Gregorio VII e Prati Fiscali.
Le proposte
Tra i due litiganti, ci sono le idee degli altri candidati sul tema. Roberto Gualtieri, alla guida di una coalizione storicamente attenta alle istanze ambientali ed ecologiste, punta a sviluppare la rete ciclabile romana, ma con presupposti diversi rispetto all'attuale amministrazione: «Le piste ciclabili sono essenziali per gli spostamenti lunghi ma all'interno dei quartieri, quindi nelle zone 30, si deve poter circolare in sicurezza accettando la promiscuità con le auto - si legge nel programma dell'ex ministro dell'Economia sulla mobilità - Però, a fronte di condivisibili intenti, il risultato di questa amministrazione è la sola realizzazione di pochi progetti, in gran parte già avviati con le precedenti amministrazioni (come via Nomentana e il Grab)», mentre il resto «sono le cosiddette piste transitorie, realizzate nell'ultimo anno con sola vernice e senza alcuna protezione, che già oggi stanno scomparendo per l'assenza di manutenzione». Gualtieri vuole revisionare le piste transitorie, «valutandone l'efficacia e trasformandole in definitive con adeguato interventi di attrezzaggio e messa in sicurezza», per poi completare la rete ciclabile «portando a termine gli interventi già finanziati e progettati e impegnando i fondi già stanziati, anche attraverso un vero processo di partecipazione con cittadini e associazioni». Sicurezza e integrazione con il sistema generale della circolazione cittadina sono gli assi portanti della proposta di Carlo Calenda su questo fronte: nel programma del leader di Azione si punta a «garantire un'adeguata separazione dagli autoveicoli (per esempio con i cordoli) e valutare attentamente l'impatto sulla capacità stradale», ma anche «organizzare la sosta di bici e monopattini, delimitando aree di parcheggio video sorvegliate e con rastrelliere» e «realizzare un ampio servizio di bike sharing pubblico, finanziato dalla cartellonistica pubblicitaria».