Michael Moore alla Festa del Cinema: «Salvini razzista e bigotto»

Michael Moore alla Festa del Cinema: «Salvini razzista e bigotto»
di Alessandro Di Liegro
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Sabato 20 Ottobre 2018, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 16:58

«Tornate a essere di nuovo l'Italia, vi imploro. Voi avete offerto così tanto al mondo in termini di cinema, letteratura, teatro. Sapete cos'è la bontà nel prendervi cura delle cose». L'incontro con il pubblico di Michael Moore, che ha presentato alla Festa del Cinema il suo “Fahrenheit 11/9” si chiude con una preghiera che il regista statunitense fa al popolo italiano, ovvero quello di riappropriarsi della propria identità e della propria cultura: «Ma non quel tipo di popolo che dice “prima gli italiani”».
 

 


Il lavoro di Moore è profondamente connotato dall'impegno politico, e la prospettiva del regista è dichiarata, tuttavia contesta a Obama il fatto di non essere riuscito a stare dalla parte del popolo e di aver contribuito a suo modo nella sconfitta di Hillary Clinton alle presidenziali del 2016: «Un solo mese dopo le elezioni ha messo due uomini di Goldman Sachs a controllare l'econonomia. Per me è stato tremendo. È venuto a Flint e ha chiesto di bere un bicchiere d'acqua, quell'acqua avvelenata dalle multinazionali che premevano per fare un nuovo acquedotto. Quella gente che credeva in lui non è andata a votare, consegnando il Michigan nelle mani di Trump».

Moore ce l'ha con tutta la sinistra “liberal”, quella che «per vincere ha pensato bene di edulcorare il suo messaggio, di dirsi di “centrosinistra”, come se fossero dei “Berlusconi” ma intelligenti. Come si può pensare di rendere Berlusconi intelligente? La sinistra, per anni, hanno creduto che il modo migliore di vincere era non dire cose di sinistra», che pur dopo l'esperienza di Al Gore, perdente contro Bush nonostante 500mila voti ottenuti in più: «Non ha cambiato quella clausola nella costituzione che permette al perdente di diventare presidente», regalando la vittoria a Trump, il quale ha ottenuto ben 3 milioni di voti in meno di Hillary Clinton.

La sinistra, secondo Moore, dovrebbe riprendere in mano il proprio partito, spingendo la gente in strada a protestare contro chi sta svendendo il Paese: «La sinistra deve ritrovare una propria identità - prosegue – deve convincere la gente a tornare a protestare per strada. I leader di sinistra devono lottare contro la destra. So che qui c'è un forte sentimento, ma manca la leadership per dirigerlo, se non si guida la protesta loro vinceranno. Ho letto un libro, Friendly Fascist (fascismo amichevole), in cui si dice che il fascismo nel nuovo millennio arriverà sorridendo e attraverso i programmi televisivi».

L'obiettivo, ovviamente, è Matteo Salvini, definito “razzista” e “bigotto”: «Se non ti piacciono i matrimoni gay, non sposare un uomo. Rimani etero, ma non impedire agli altri di amarsi». I due vicepremier italiani, afferma Moore, hanno un alto consenso: «La gente sembra divertita da Salvini e Di Maio. Non c'è niente di divertente. Loro sperano che le persone non vedano oltre la cortina di fumo che stanno perpetrando. La gente che lavora vede Salvini essere quello che è. Se fa una dichiarazione idiota ci crede davvero. Anche George Bush diceva che non era bravo a scuola, come se fosse orgoglioso: “sono come te”».

Moore - chiamato per errore "Donald" da Corrado Formigli, scatenando l'ilarità in sala con il regista che ha improvvisato una piccola imitazione del presidente degli Stati Uniti - ne ha per Bannon, definito: «Molto intelligente, da non sottovalutare. L'Europa dovrebbe combatterlo», e non ha idea di chi possa vincere le elezioni di mid term, in programma a novembre: «So solo che i nuovi elettori americani sono composti per i due terzi da donne, persone di colore e ragazzi sotto i 35 anni. L'era dell'uomo bianco è finita». 

“Fahrenheit 11/9” è un film sull'era Trump, definito un “disastro” per la società americana. In uno spezzone, addirittura fa parlare Hitler con le parole di “The Donald”: «La stampa lo ha sempre amato. Lo chiamavano The Donald. Quando ha annunciato la candidatura io l'ho detto che era pericoloso, ma venivo deriso. “La gente non è così stupida da votarlo”. E invece la gente non è così intelligente». Se potrà esserci un altro Trump? «Credo di no. Perché nella malaugurata ipotesi venisse rieletto, il suo mandato scadrebbe nel 2025. In questo lasso di tempo avrebbe già distrutto qualsiasi istituzione democratica».

 

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