Meloni-Schlein, primo faccia a faccia tra leader: a Montecitorio due storie a confronto

Premier e segretaria del Pd si "sfidano" sull'interrogazione di quest'ultima sul salario minimo

Meloni-Schlein, primo faccia a faccia tra leader: a Montecitorio due storie a confronto
di Mario Ajello
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Mercoledì 15 Marzo 2023, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 15:18

Puntare l’orologio alle ore 15 di oggi. E occhi a Montecitorio. Va in scena il primo duello pubblico Meloni-Schlein che ogni talk show vorrebbe avere e invece se lo è aggiudicato la Camera. Chiediamo di sapere - dirà Schlein rivolta a Meloni -  «le ragioni del no alla sperimentazione del  salario minimo, tenuto conto della mancata adozione di misure  alternative».

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Meloni-Schlein, primo faccia a faccia tra leader

E ancora: «Sono tanti i lavoratori in Italia annoverabili tra i cosiddetti lavoratori poveri in contrasto con il
 principio sancito dall'articolo 36 della nostra Costituzione».

Il capo del governo replicherà dicendo che nella lotta alle diseguaglianze l’esecutivo sta facendo molto come dimostra anche la creazione del Mia. E ancora Schlein: «L’Italia è l'unico Paese dell'area Ocse nel quale, dal 1990 al 2020, li salario medio annuale è  diminuito (-2,9 %) nonostante l'aumento della produttività, sebbene meno significativa rispetto a quella degli altri Paesi dell'area».

 

Confronto lampo

Un botta e risposta rapido tra le sue donne. La domanda di Elly in un minuto, la riposta di Meloni in tre e la replica della neo segretaria in due. Questo il mood stamane di Elly rivolta ai suoi compagni:  “Non mi interessa fare lo scontro tra due donne. Mi interessa far vedere che ci sono due Italie e  quella giusta è la nostra”. Tutta diritti dei più poveri e diseguaglianze e allora “vai Elly - le dice caricandola a pallettoni la coinquilina Gribaudo nel capannello prima dell’ingresso in aula della segretaria - e sul salario minimo Meloni sarà in difficoltà”. 

La prima sfida pubblica Schlein Meloni coincide insomma con il primo question time - ora soprannominato premier time - di Giorgia. “Dove  adesso  c’è lei tra qualche anno si sarai tu”, incitano Elly i suoi parlamentari. 

Leader contro

Due look, due antropologie, due storie stanno per sfidarsi nell’emiciclo. Ma un destino  le unisce, come donne, ed è quello così sintetizzato  da Meloni quando Schlein è diventata segretaria: “Abbiamo la fortuna che non ci vedono arrivare”. Per il resto, Giorgia e Anti-Giorgia. Il salario minimo come grande conquista per Schlein, macché è solo “uno specchietto per le allodole” aveva detto nel discorso d’investitura Meloni e non si è sposterà da questa convinzione di fondo.

La confidenzialità romana così tipica di Meloni anche in occasioni istituzionali e la difficoltà di una svizzera-americana ad entrare nella parte di una guerriera d’aula.  Anche questo sta per andare in scena. E Conte per ora non fa  lo sgambetto a Schlein  (e non interviene in aula). Anzi i due hanno scelto il salario minimo, su cui i loro partiti procedono quasi all’unisono per fare tandem e dimostrare a tutti che l’opposizione è unita. Anche se Conte in realtà mastica amaro, si sente oscurato da Elly, invecchiato di botto rispetto a lei, invaso nel campo che pensava di aver conquistato - quello della sinistra-sinistra - e anche venerdì  al congresso Cgil gli toccherà dividere la scena con la nuova arrivata e magari prendere meno applausi di lei. Oggi gli applausi saranno più per Giorgia - perché la destra e numericamente più forte in Parlamento  -  che per Elly. Ma entrambe non vogliono allestite in incontro di boxe in aula. Anzi hanno il comune intento di far vedere che le donne sanno sfidarsi ma come si deve.

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