Il gelo tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni resta nonostante l'intesa raggiunta per il Comune di Palermo: i pontieri non escludono che venerdì prossimo tutto il centrodestra possa presentare il candidato sindaco, Roberto Lagalla, in un momento unitario, ma la ruggine resta. Quel giorno, in effetti, il segretario leghista sarà in città per un'udienza. Ma si tratta solo di speranze delle "colombe" di una coalizione in cui il clima interno resta pessimo. Di vertice dei leader non se ne parla proprio.
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«Non credo ci sarà questa settimana - riferisce il coordinatore azzurro Antonio Tajani - bisogna incrociare le agende.
«Può andare lui a Mosca: potrebbe dove hanno fallito Macron, Erdogan, Scholz e altri... magari - commenta sarcastico - gli può dare la Lombardia...». La lotta tra alleati, non solo tra Lega e FdI, si gioca anche sul piano mediatico, con una sfida a colpi di kermesse dal forte significato identitario: la settimana scorsa, l'ex ministro della Gioventù aveva catalizzato l'attenzione con una imponente Conferenza programmatica organizzata proprio a Milano, la culla della Lega. E Salvini, ora risponde pan per focaccia, annunciando per sabato 14, a Roma, la prima tappa di una sorta di «viaggio d'ascolto» per sintonizzarsi con l'umore di Imprenditori, associazioni di categoria, che da Nord a Sud toccherà tutte le regioni italiane. Un'iniziativa che ha per slogan: «E' l'Italia che vogliamo». Il week end successivo tocca a Forza Italia: Silvio Berlusconi darà la carica ai suoi in una assemblea analoga a quella romana della «seconda discesa in campo», dal medesimo titolo: «L'Italia del futuro». Chissà che dopo questa tornata di manifestazioni di partito, magari a ridosso delle amministrative, possa tornare uno spirito unitario. Salvini lancia un timido segnale di dialogo: «Tra me e Meloni non c'è niente di personale. Se non si mettono di mezzo i chiacchieroni, il problema non si pone anche perché governeremo insieme. Quindi è meglio governare lietamente».